"Così ho saputo della morte di mio padre a Nassirya"

A Nassirya è morto pure il vice brigadiere Domenico Intravaia. Oggi suo figlio onora la memoria del padre e ricorda gli attimi in cui ha saputo della tragedia

"Così ho saputo della morte di mio padre a Nassirya"

Quanto accaduto a Nassirya è rimasto impresso nella memoria e nei cuori di ogni italiano.

Il dodici novembre di quindici anni fa, un commando di attentatori fece irruzione fino a farsi esplodere nei pressi della base "Multinational specialized unit", pure detta "Maestrale", che era presieduta dei nostri carabinieri. Una vera e propria strage: diciannove italiani e nove iracheni morirono a causa di quell'attentato, ma sarebbe potuta andare anche peggio. Gli attentati, come i lettori ricorderanno, si prolungarono fino al 5 giugno del 2006.

Oggi, a distanza di quindici anni, i parenti delle vittime scavano nei ricordi, svelando dettagli che non erano ancora emersi. Il racconto più particolareggiato è quello di Marco Intravaia, che ha perso suo padre Domenico in quella tragica mattinata: "Sei stato un padre ed un marito meraviglioso - ha scritto su Facebook - , un umile e fedele servitore dello Stato, un modello esemplare di cittadino italiano. Resti per noi un grande uomo che, dinnanzi alla morte annunciata, con dedizione e coraggio, ha onorato la divisa che indossava fino all'estremo sacrificio. Orgoglioso di te, sempre!". A completare il post, una fotografia che ritrae il vice brigadiere intento a scherzare con alcuni bambini del governatorato di Dhi Qar. Questo, però, è solo la prima parte di una sentita testimonianza, che Intravaia ha completato spiegando come venne a sapere della morte del padre.

Attraverso un'intervista rilasciata a LiveSicilia, Marco ha riferito di come seppe di quel drammatico avvenimento: "Andavo al liceo, avevo quindici anni e mezzo. Ero in classe. Alla mia compagna di banco arrivò un sms con il flash di un notiziario che riportava la notizia di un attacco a un contingente italiano. Ebbi come un presentimento e telefonai a casa. Mi rispose un parente che non aveva motivo di essere lì. Capii tutto".

Intravaia ha scoperto che il padre era morto tra i banchi del liceo.

Sul profilo social del giovane oggi sventola un imponente bandiera italiana, che dovrebbe aiutarci a consolidare una certezza: il sacrificio di Domenico e di tutti i carabinieri e i militari caduti a Nassirya non può e non deve essere dimenticato.

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