Scanzi non vede la polemica: "Gli italiani dovrebbero ringraziarmi"

Un anno fa scherniva chi indossava la mascherina, in estate si fotografava con Di Maio senza e in questi giorni, invece, Andrea Scanzi si è vaccinato

Scanzi non vede la polemica: "Gli italiani dovrebbero ringraziarmi"

Ha destato clamore la vaccinazione di Andrea Scanzi, giornalista quarantenne, che ha ricevuto la sua dose in quanto inserito nelle liste di riserva della Regione Toscana in qualità di caregiver dei suoi genitori. La percezione del coronavirus da parte di Scanzi nel corso dell'ultimo anno è cambiata profondamente da quando non la considerava più di una semplice influenza, fino a oggi che non si è sottratto alla vaccinazione.

Era il 25 febbraio e Andrea Scanzi in un video pubblicato sui suoi seguitissimi profili social derideva chi, in quel momento, si preoccupava per le notizie sul coronavirus che arrivavano dalla Cina nei giorni in cui si diffondevano i primi contagi anche nel nostro Paese. "Il Coronavirus è qualcosa di leggermente, sottolineo leggermente, più insidiosa di un qualsiasi cazzo di influenza", diceva Scanzi nella clip diffusa sui social, la stessa in cui criticava fortemente chi indossava la mascherina. Da lì a qualche giorno l'Italia sarebbe entrata in lockdown totale a causa del collasso del sistema sanitario a causa degli alti contagi nel nord Italia.

Proprio durante il lockdown, Andrea Scanzi ha scritto il libro I cazzari del virus, un volume nel quale il giornalista racconta in che modo è stata affrontata la prima ondata dell'epidemia soprattutto da parte dei politici. Nella descrizione si legge che "di errori così, compiuti non a febbraio quando la situazione ancora incerta sembrava sotto controllo ma in piena emergenza, si può stilare una lista infinita". Quindi, le sue dichiarazioni di febbraio erano relative a una "situazione ancora incerta"? Era estate, invece, quando Andrea Scanzi in Sardegna partecipò a una foto scattata da Luigi Di Maio insieme a un gruppo di altre persone. Niente da rilevare su questo, se non che nessuno dei componenti dello scatto non indossava la mascherina. Erano tutti vicini, creando un piccolo assembramento, in un momento in cui le norme già li vietavano e venivano imposte le mascherine.

Tutto questo per arrivare alla vaccinazione effettuata. Andrea Scanzi si è legittimamente sottoposto all'inoculazione della sua dose perché si occupa attivamente della cura dei suoi genitori anziani e, quindi, fragili ed esposti al virus. La Regione Toscana, pur di non buttare dosi di vaccino ha creato delle liste di riserva per utilizzare quelle non somministrate agli aventi diritto delle liste principali. La parabola informativa di Andrea Scanzi sul virus è stata molto particolare e non si può dire che non abbia cambiato idea nel corso del tempo.

In queste ore, Andrea Scanzi ha commentato la polemica sorta attorno alla sua vaccinazione: "Era una vaccinazione legale, autorizzata e che rifarei. Una vaccinazione per cui larga parte degli italiani avrebbe dovuto ringraziarmi. L’ho fatta in un momento storico in cui nessuno o pochi italiani avrebbero voluto fare AstraZeneca: io ho voluto accettare l’invito di vaccinarmi proprio per dare un segnale agli italiani. Io mi fido della scienza e ci vado". Andrea Scanzi, poi, prosegue: "Non era un boccone da ghiotti, sia perché nessuno voleva fare quella vaccinazione sia perché nessuno si era iscritto a quella lista che esisteva ed era solo verbale. E che grazie a me è diventata pubblica".

Andrea Scanzi ha rivendicato la vaccinazione con AstraZeneca effettuata non appena l'Aifa aveva dato nuovamente il via libera al preparato. Scanzi ha ammesso che nessuna delle persone a lui vicine, tranne la compagna Sara, lo incoraggiava in questa decisione.

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