Il tasso di povertà in Italia continua a crescere. È quanto emerge dal bilancio sociale 2015 del Banco Alimentare della Lombardia.
Gli italiani in difficoltà sono quasi cinque milioni, di cui 670mila solo in Lombardia, 100mila in più rispetto all'anno precedente. Il Banco Alimentare è riuscito ad aiutare oltre 209mila persone in difficoltà attraverso una rete che conta 1254 organizzazioni.
Il dato più allarmante riguarda i minori: oltre 60mila bambini e adolescenti, circa un minore su tre, ricorrono ai pasti donati dall'associazione, di cui 13mila solo a Milano. Il Banco Alimentare della Lombardia è riuscito nel 2015 a donare 34 milioni di pasti equivalenti (500 g di alimenti) grazie alle migliaia di tonnellate di cibo recuparate e raccolte. Rappresentano il 22% in più rispetto all'anno precedente. Le persone assistite hanno potuto in media beneficiare dell'equivalente di un pasto adeguato almeno ogni due giorni che è il requisito minimo per uscire dalla soglia della deprivazione alimentare.
"Ogni giorno al Banco Alimentare della Lombardia possiamo contare su donazioni di cibo, servizi e denaro di persone che mettono a disposizione con passione il loro tempo e le loro risorse - commenta Roberto Vassena, presidente del Banco Alimentare della Lombardia - insieme ai nostri dipendenti, i volontari contribuiscono quotidianamente al progetto per aiutare chi ha bisogno. Sono 718 i volontari stabili, oltre 230 le aziende che ci hanno sostenuto con donazioni di beni, servizi ed elargioni liberali e 585 le aziende che nel 2015 hanno donato alimenti, compresi quelli destinati ai bambini in età pediatrica che sono tra i più costosi e difficili da reperire. Senza tutti loro non sarebbe stato possibile raggiungere nel 2015 questi importanti risultati".
Pierfrancesco Majorino, assessore alle politiche sociali, salute e diritti del comune di Milano, ha dichiarato: "La collaborazione ormai decennale e concreta con il Banco Alimentare della Lombardia ha un enorme valore per la nostra città, come dimostrano i numeri. Una sinergia questa, tra pubblico e privato, di grande valore sociale ed esempio positivo di efficiente gestione delle emergenze sociali della nostra città".
Ai commenti di Majorino si aggiungono quelli del direttore generale di autonomia ed inclusione sociale della regione Lombardia, Paolo Favini: "I risultati rappresentano un notevole segnale di cambiamento dell'approccio alla solidarietà: il lavoro di squadra può davvero fare la differenza, offrendo prospettive concrete a una parte rilevante dei poveri della nostra regione, in particolare ai più piccoli, gli adulti di domani".
"I dati del Banco Alimentare della Lombardia - conclude il professor Vito Moramarco, direttore dell'alta scuola impresa e società dell'università Cattolica - sono la dimostrazione di come anche nel non profit fare sistema fra cittadini, aziende e istituzioni,
che in questi anni hanno risposto con grande entusiasmo e determinazione, è uno dei modi più efficaci per promuovere un percorso virtuoso di generazione di valore condiviso: un vero caso di scuola di impresa delle carità".
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