Alla fine s'inventarono pure una maglietta tutta gialla con l'immagine dell'Audi e la scritta: "Prova a prendermi". Mesi e mesi di fuga, centinaia di carabinieri e poliziotti alle calcagna, una manciata di scontri a fuoco e un'inversione ad U in autostrada che provocò un decesso. E poi ancora le corse da film americano, i posti di blocco forzati a suon di proiettili, le manovre da Formula 1, la carcassa dell'imprendibile Audi gialla in fiamme e tre albanesi latitanti mai catturati.
Igor e l'Audi gialla
La fuga di "Igor il russo", il bandito dell'Est che ha ucciso un barista e un guardiacaccia nel Bolognese, è tragicamente simile a quella che un anno fa sconvolse il NordEst. I luoghi sono diversi, i protagonisti pure (sebbene tutti dell'Est europa). Ma ad avvicinare i due casi polizieschi c'è l'imbarazzo di uno Stato che finisce regolarmente sotto scacco. Già, l'Italia. Il Paese dove un criminale incallito, arrestato per furti e rapine, trattenuto in carcere per qualche anno, espulso sulla carta ma mai nella pratica, riesce a seminare 800 uomini delle forze dell'ordine che pattugliano le campagne intorno a Budrio. Per la sua cattura il governo ha messo in campo i carabinieri del Tuscania e i cacciatori Calabria. Controllano casolari e anfratti, boscaglie e corsi d'acqua. Ma di Igor "l'imprendibile" nessuna traccia. Dicono sia addestrato ad uccidere e a vivere in condizioni disumane pur di restare libero, anche se pare non sia russo e non abbia mai militato nell'Armata Rossa.
Per arrestare l'autista dell'Audi gialla servirono 270 giorni di indagini. Nove lunghi mesi: da quel 18 gennaio quando partì il primo inseguimento, fino al 7 settembre successivo, giorno in cui finì in manette l'autista. Il 36enne albanese era diventato nell'immaginario collettivo una sorta di Schumacher dei poveri. L'unico della banda a finire in manette grazie all'aiuto della polizia greca. Degli altri, nessuna traccia. Eppure le loro foto segnaletiche le aveva viste tutta Italia, i loro volti assimilati a quelli di star tv. Niente da fare. Inafferrabili erano i banditi dell'Audi gialla e inafferrabile sembra essere Igor "il ninja".
I banditi latitanti
E non sono casi isolati, ma solo i più romanzati grazie ai loro dettagli degni di una puntata del "commissario Rex". Besnic Mirra, albanese di 35 anni, a marzo è riuscito a nascondersi per un mese in un casolare abbandonato dopo essere evaso dal carcere di Alessandria. Nell'estate del 2004, invece, la cattura del "Lupo" Luciano Liboni chiese un anno di ricerche senza sosta. Dopo diverse rapine messe a segno tra l'Umbria e il Lazio, un giorno uccise a colpi di pistola un appuntato dei carabinieri. Fu una frenetica caccia all'uomo. Il "lupo" lo vedevano ovunque, come l'Audi gialla e Igor, ma nessuno riusciva a prenderlo. Si nascondeva nei casolari abbandonati, viveva in zone selvagge. Poi a Termini ebbe uno scontro a fuoco con gli agenti e poco dopo fu visto al Circo Massimo. Prese in ostaggio una turista e costrinse i carabinieri ad abbatterlo.
Più che di una cattura, si trattò di un caso. A scovarlo furono due vigili urbani amanti delle foto segnaletiche. Non certo la squadra di corpi speciali messi in campo dallo Stato. Stessa pellicola vista con l'uccisione di Anis Amri, il terrorista di Berlino colpito a morte da due "normali" agenti in un "normale" controllo di routine.
Chissà se anche Igor Vaclavic riuscirà a tenere ancora col fiato sospeso mezza Emilia Romagna ed evitare l'arresto. Più dicono che è braccato e più sembra capace di sfuggire. Se terrà duro ancora qualche settimane, forse anche lui avrà una maglietta dedicata. Con la foto sullo sfondo e la scritta "Igor il russo, l'imprendibile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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