La decisione del gip di Milano: "Fabrizio Corona resta in carcere"

Il re dei paparazzi si trova in prigione da otto giorni con l'accusa di intestazione fittizia di beni

La decisione del gip di Milano: "Fabrizio Corona resta in carcere"

Fabrizio Corona deve restare in carcere. Il gip di Milano Paolo Guidi ha respinto l'istanza di scarcerazione presentata dai suoi avvocati, i legali Ivano Chiesa e Antonella Calcaterra. Anche Francesca Persi, storica collaboratrice di Corona finita in carcere insieme a lui, si è vista bocciare dal giudice milanese l'istanza di attenuazione della misura cautelare.

Corona, che era stato affidato in prova ai servizi sociali da quasi un anno e mezzo, è stato arrestato di nuovo il 10 ottobre e condotto nel carcere milanese di San Vittore dove è sorvegliato giorno e notte. L'accusa è quella di intestazione fittizia di beni in relazione agli oltre 1,7 milioni di euro in contanti trovati nel controsoffitto della casa di Persi, e poi sequestrati, e agli altri soldi contanti portati in Austria dalla stessa collaboratrice.

Nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip, il re dei paparazzi aveva ammesso che quel denaro nascosto nel controsoffitto erano "compensi in nero" per le serate nei locali e aveva parlato di due conti in Austria e, dunque, non sussistevano più le esigenze cautelari. Per il giudice, però, le esigenze cautelari permangono ancora. "I contanti trovati nel controsoffitto e i 900mila euro in Austria sono frutto del mio lavoro e di quello della società Atena e avevo intenzione di pagare le tasse", aveva spiegato Corona. Per la difesa, tra l'altro, sarebbe ancora in tempo per versare le imposte e non rischiare l'accusa di evasione.



Per l'accusa, tuttavia, tutto quel denaro (quasi tre milioni di euro, tra i contanti nascosti nel controsoffitto e quelli in Austria) Corona non poteva averlo, perché era in regime di affidamento e risultava formalmente solo un semplice collaboratore di Atena pagato con un fisso mensile. E proprio per eludere le "disposizioni in materia di misure di prevezione patrimoniale", secondo l'accusa, avrebbe usato Persi come "testa di legno". Da qui l'accusa di intestazione fittizia di beni.

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