Draghi che tace fa buon brodo

Manca il timbro dell'ufficialità, ma il governo Conte è di fatto in crisi e nessuno pensa che ne uscirà con un brindisi di fine anno

Draghi che tace fa buon brodo

Manca il timbro dell'ufficialità, ma il governo Conte è di fatto in crisi e nessuno pensa che ne uscirà con un brindisi di fine anno. Qualcuno pensa che sia da irresponsabili aprire una crisi con il Covid che avanza e centinaia di persone che ogni giorno muoiono in ospedale. Ma c'è anche chi, e noi siamo tra questi, pensa l'inverso. E cioè che proprio perché la soluzione dell'emergenza sanitaria ed economica si allontana, si deve avvicinare un cambio alla guida del Paese per tornare al più presto in carreggiata. Chi ha guidato in quest'ultimo anno è vero che lo ha fatto dentro una tempesta, ma in quella tempesta si è perso e ha esaurito il carburante. Occorre fare il pieno e Conte non ha più credito, la sfiducia nei suoi confronti è ben più ampia di quella dichiarata ufficialmente da Renzi, socio di minoranza del governo.

E allora che succede? Non lo so, e forse non lo sanno con precisione neppure i protagonisti di questo delicato passaggio. Però so, come tutti, che da giorni sui giornali e nei palazzi della politica si parla con sempre maggiore insistenza dell'arrivo di Mario Draghi, ex governatore della Banca Centrale Europea. E so che una persona seria e responsabile come Draghi non permetterebbe a nessuno di usare il suo nome invano per beghe politiche, Draghi non è tipo da farsi usare. Il suo silenzio di queste settimane, la mancanza della frase di rito «leggo notizie che mi riguardano, sono infondate e sono indisponibile a prendere in considerazione un mio impegno diretto in politica» sono indizi che l'ipotesi è sul tavolo. Mario Draghi è un grande esperto di meccanismi finanziari, sa bene quindi che la comunicazione svolge un ruolo fondamentale nell'andamento dei mercati e che la prima regola è: non smentire un'indiscrezione vera e non lasciarne correre una falsa, in entrambi i casi si perde la fiducia degli investitori.

Non sto dicendo che il dopo Conte ha il volto di Mario Draghi. Me lo auguro per il bene dell'Italia, ma non credo, né risulta, che i giochi siano già fatti. Dico che questa è una ipotesi fondata, la più fondata e forse addirittura l'unica che potrebbe evitare le elezioni anticipate.

Un rimpasto in un Conte ter sarebbe viceversa solo un comprare tempo, come dare morfina a un malato terminale. Quindi c'è solo da sperare che Draghi taccia ancora per qualche giorno, quelli necessari al presidente Mattarella per fare di conto.

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