Per il rave party abusivo svoltosi nell’area protetta di Valentano la scorsa estate pagherà, forse, solo uno. Eppure, erano in 10mila a ballare e a sballarsi in barba alle normative anti-Covid e alle forze dell’ordine che avevano proceduto in ultimo alle identificazioni dei presenti. Adesso però la Procura di Viterbo ha notificato a Piero Camilli, l’unico proprietario dei terreni dove si era svolto il mega raduno, che aveva chiesto di essere risarcito dal ministero dell’Interno per la somma di 300mila euro di danni, il nome del solo partecipante al rave. Si tratta di Adurel Karafili, un cittadino albanese di 34 anni. Risulta lui l’unico soggetto che compare nell’inchiesta che verrà archiviata dalla Procura di Viterbo. Come riportato dal Corriere, Karafili violò gli obblighi di sicurezza che i pubblici ministeri di Roma avevano disposto nei suoi confronti, per partecipare al rave party abusivo.
Avevano partecipato in più di 10mila
A quel raduno, che era stato pubblicizzato sui social dai suoi organizzatori spagnoli, partecipò quasi tutta l’Europa, e anche altri Paesi. Tra gli identificati c’erano tedeschi, francesi, belgi, cechi e altri ancora. Il picco di partecipanti al raduno era stato raggiunto domenica 15, giorno di Ferragosto, con circa 10mila persone. Durante il rave morì anche un ragazzo di 25 anni, Gianluca Santiago, il cui corpo senza vita era stato ritrovato nelle acque del lago di Mezzano. Proprio il giorno dopo la scoperta del cadavere era stata avviata una trattativa per fermare l’occupazione che non era possibile bloccare con la forza. Nonostante questo, il raduno continuò per giorni occupando le principali pagine di cronaca dei giornali, non solo italiani. Gruppi di giovani erano arrivati da diversi Paesi per incontrarsi e festeggiare a suon di musica, alcol e droga.
Il povero Camilli aveva solo potuto contare i danni di quel folle raduno: 300mila euro. Adesso, dopo l’ultima notifica ricevuta dalla Procura di Viterbo, il proprietario dell’area non intende stare zitto: “Abbiamo dovuto rimuovere spazzatura nauseabonda per giorni. Ma soprattutto si sono verificati danni all'equilibrio naturale dell'area che sembrerebbero permanenti. Gli animali non sono mai tornati in zona. Troppo spaventati. Ora mi si dice che dovrei rivalermi contro un singolo? Un probabile nullatenente fra i tanti figli di papà che ho visto... assurdo”. Tra l’altro, i soldi che i suoi avvocati avrebbero portato a casa in quanto parti civili, non sarebbero andati nelle tasche di Camilli, che aveva fatto sapere di voler dare il ricavato in beneficenza. Difficile però che i legali di Camilli riescano a estorcere qualcosa dal 34enne albanese detenuto nel carcere di Frosinone per il reato di invasione di terreni altrui e per la violazione degli obblighi di sicurezza che i pubblici ministeri di Roma avevano disposto nei suoi confronti.
Uno solo rischia 2 anni di carcere
Il pubblico ministero ha scritto: “Con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso con altre persone da identificare ma comunque in numero superiore a 5, invadevano arbitrariamente al fine di occuparlo e comunque per trarne profitto il fondo agricolo ricadente nel comune di Valentano, in località Marabò”. Adesso Karafili rischia una condanna a due anni di carcere. Il processo davanti al tribunale monocratico avrà inizio il 9 marzo del 2023. Per gli inquirenti è stato impossibile riuscire a trovare gli organizzatori del rave, e neppure un indirizzo internet di riferimento. Il giudice per le indagini preliminari ha chiesto a questo punto l’archiviazione, che non è ancora stata data.
Un supporter del raduno aveva affermato che vi erano stati tentativi, andati falliti, di rave party anche in Germania e Belgio dove però le forze dell'ordine avevano avuto mandato di intervenire immediatamente. “Non restava che l'Italia”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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