Il rave party dello scorso agosto, tenutosi illegalmente nella provincia di Viterbo, ha lasciato danni difficilmente riparabili. Nell’area protetta di Valentano gli animali della riserva sono fuggiti appena è iniziata la musica sparata a tutto volume e da allora non sono più ritornati. Come riportato dal Corriere della sera, Piero Camilli, proprietario dei terreni dove si era svolto il mega raduno, ha chiesto di essere risarcito dal ministero dell’Interno per la somma di 300mila euro di danni. I suoi avvocati hanno depositato la richiesta al Tribunale civile competente.
Il rave party
Il picco di partecipanti al raduno era stato raggiunto domenica 15, giorno di Ferragosto, con circa 10mila persone. Poi, nei giorni successivi le presenze erano pian piano calate arrivando tra le 6mila e le 8mila. Nell’area interessata era stato allestito un enorme campeggio con camper e roulotte, ovviamente non autorizzato. Gruppi di giovani erano arrivati sia dall’Italia che da tutta l’Europa per incontrarsi e festeggiare a suon di musica, alcol e droga. Ovviamente nessuno, né gli organizzatori del rave, né tantomeno i partecipanti, si era preoccupato di cosa un raduno simile potesse procurare all’ambiente circostante. Neppure le norme anti-Covid erano state rispettate, in un momento in cui gli assembramenti erano vietati in tutta la Penisola.
Durante il rave era anche morto un giovane di 25 anni, Gianluca Santiago, che a Ferragosto si era immerso nelle acque del lago di Mezzano senza più tornare a galla. Il lunedì successivo era stato trovato il suo corpo senza vita. Solo dopo quattro giorni, nei quali le forze dell’ordine non intervennero, la folla accorsa cominciò ad andare via, lasciando una campagna distrutta. Il titolare dei terreni ha spiegato: “Da quell'invasione abbiamo ricevuto diversi danni. Animali rimasti sul terreno, pompe dell'acqua danneggiate, l'enorme massa di rifiuti da smaltire più alcuni incalcolabili effetti relativi all'equilibrio faunistico turbato. Chiediamo 300mila euro al ministro Lamorgese”.
Spaccio di droga e distruzione
Dopo quel raduno vi erano state diverse polemiche soprattutto per il fatto che nessuno era intervenuto per identificare le persone presenti e mandarle via, facendo così finire molto prima l’occupazione. Tra l’altro, durante il rave c’è stato anche un importante spaccio di sostanze stupefacenti, i cui prezzi venivano appesi direttamente sui finestrini delle macchine e dei camper, per informare gli eventuali clienti del costo da affrontare per procurarsi la droga. All'alba del quarto giorno, quando molti erano ormai andati via, le forze dell'ordine con 300 uomini impiegati tra carabinieri, poliziotti e finanzieri, si erano avvicinate al luogo del rave party, dove era appunto rimasto un numero ormai ridotto di mezzi, circa un centinaio, e di persone, più o meno 200.
Questi vennero identificati, ma non si riuscì a risalire agli organizzatori, che sembra fossero soprattutto spagnoli. Adesso la Procura di Viterbo ha chiesto l'archiviazione del caso. Camilli si augura però che il Tribunale accolga la sua richiesta di risarcimento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.