Il piano Ue per far fronte all'emrgenza sbarchi potrebbe schiantarsi sul muro di noi di alcuni Paesi membri che rifiutano le quote per gli immigrati. A Bruxelles si sono incontrati i ministri degli Esteri e della Difesa dell'Ue per definire una strategia comune contro gli scafisti. L'alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Federica Mogherini è in pressing sulla Francia perché riveda il "no" sulle quote obbligatori degli immigrati annunciato dal premier Valls: "Condividere la responsabilità di cosa facciamo delle persone che salviamo è parte integrante della strategia Ue per l’immigrazione. Mi aspetto che gli stati membri, gli stessi che hanno chiesto alla Ue di agire velocemente e efficacemente, consentano all’Europa di essere efficace in questa azione in tutti i suoi aspetti: nell’ operazione navale, nel salvataggio delle vite in mare ed anche nella gestione delle vite che salviamo". Ma a poco servono le parole della Mogherini. Il fronte del "no" si allarga.
E a prendere il comando dei Paesi anti-quote è l'Ungheria: "La posizione del mio governo è chiara: siamo contrari alle quote obbligatorie. E credo lo siano anche altri Paesi: la Repubblica Ceca, la Slovacchia, i Paesi Baltici, la Polonia e il Regno Unito. E, se non sbaglio, ora si è aggiunta anche la Francia". Lo afferma, Szabolcz Takacs, ministro per i rapporti con l’Europa del governo ungherese di Viktor Orban". Poi alla domanda se il suo governo si stia impegnando attivamente per ampliare l’alleanza antiquote, Takacs spiega: "Assolutamente sì, siamo in contatto con gli altri Paesi contrari e stiamo cercando di rinsaldare i legami tra di noi e trovare altri alleati. Noi appoggiamo la posizione che era stata adottata prima del piano, al vertice jumbo dei ministri degli Esteri e degli Interni. Dobbiamo trovare soluzioni direttamente nei Paesi che sono all’origine dell’immigrazione".
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