Ma in Europa Italia tagliata fuori dalle vere poltrone che contano

Il valzer delle nomine che taglia fuori Roma

Ma in Europa Italia tagliata fuori dalle vere poltrone che contano

Boyko Borisov, sanguigno primo ministro bulgaro, l'ha dichiarato in tv: «Mi ha chiamato Macron per parlare dei nuovi incarichi europei. Gli ho detto: io punto alla sede della nuova agenzia per il lavoro; sulle nomine appoggerò chi mi appoggia». Poi, rivolto al giornalista che lo intervistava: «Questo in inglese si chiama horse-trading». L'espressione è la traduzione, appena più elegante, di mercato delle vacche. E la dichiarazione del «candido» Boyko (il cui partito appartiene al Ppe) sancisce l'apertura dei giochi. Da stasera, con la cena di premier e capi di Stato a Bruxelles, il risultato del voto europeo inizierà a tradursi in equilibri politici e poltrone. I protagonisti saranno, come ovvio, Angela Merkel e François Macron. Con una differenza tra loro: mentre la Cancelliera è costretta a giocare in difesa, appesantita com'è dal prossimo ritiro e da un infelice risultato elettorale, tutta diversa è la posizione del francese. Anche lui, sul piano interno non può che dichiararsi sconfitto, ma in Europa paradossalmente è diventato l'ago della bilancia. Il suo movimento, «En marche», che aderisce all'alleanza dei Liberali (Alde), è indispensabile, insieme ai Verdi, per la formazione del nuovo esecutivo. Si spiega così il suo attivismo: ieri ha anche cenato con uno dei socialisti emergenti, lo spagnolo Sanchez. Il numero due della lista di En marche, Pascal Canfin, ha aperto le ostilità sparando ad alzo zero contro il sistema dello Spitzenkandidat, il candidato di punta a cui spetterebbe il diritto di essere chiamato a guidare la Commissione (per i popolari è il tedesco Weber): «Per noi adesso è improponibile, vogliamo qualcuno che sia più vicino al centro di gravità del nuovo Parlamento». Per Macron la prima carta da giocare è quella di Michel Barnier, capo negoziatore Ue alla trattativa per la Brexit. Ma anche un'altra esponente dell'Alde, Margrethe Vestager, commissaria anti-trust, ha avanzato la sua candidatura in un'intervista. Per il momento la Merkel ha difeso il principio e il suo connazionale. Ma sarà questo il primo terreno di scontro.

E il braccio di ferro fa subito emergere la nuova realtà dell'Italia, tagliata fuori da tutti i tavoli che contano: ridimensionati Forza Italia e Pd, restano grillini e Lega. I primi non avranno nemmeno un gruppo autonomo, i secondi rimarranno ai margini, in una destra minoritaria e divisa probabilmente in due.

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