Evasione fiscale, scattano sequestri su beni di lusso e quote societarie per un valore superiore agli otto milioni di euro. È l’esito di una complicata inchiesta della Guardia di Finanza che ha scoperchiato un presunto giro di fatture fasulle, secondo lo schema della cosiddetta “frode carosello”, tra Napoli e Caserta.
Coinvolte nell’inchiesta dei finanzieri sono dodici indagati accusati di aver messo su il raffinato raggiro nell’ambito dell’attività di vendita di abbigliamento e di calzature.
Stando a quanto hanno scoperto gli investigatori, il meccanismo della presunta frode si muoveva attorno all’emissione di numerose fatture a registrare operazioni economiche in realtà inesistenti che “rimbalzavano” attorno a un gruppo di società minori che, gestite formalmente da prestanomi, avrebbero consentito di maturare un giro d’affari che s’attestava, nominalmente, sui 41 milioni di euro. Generando, così, credito d’imposta a vantaggio delle società "inesistenti" e la successiva emissione di altrettante fatturee per operazioni inesistenti senza addebito di Iva al regime della non imponibilità nei confronti di operatori "assenti", con sedi sociali in altri Paesi della comunità europea.
Tutto questo, oltre a un “plafond” fittizio sull’Iva utilizzato per l'acquisto di beni senza pagamento dell'imposta.
L’evasione, così scoperta, si attesta – secondo gli investigatori – su una cifra che sfiora gli 8,7 milioni di euro.
Gli elementi da loro raccolti durante l’inchiesta hanno convinto il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli a emettere il sequestro per “equivalente” su beni (tra cui automobili e immobili), conti correnti e quote societarie. Il provvedimento, eseguito proprio dalla Guardia di Finanza è finalizzato a tutelare gli interessi dell’Erario e quindi della collettività per il recupero delle somme ritenute evase.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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