La faida di camorra che sta piegando Brusciano: un'altra sparatoria in pieno centro

Solo nell'ultimo mese registrati un conflitto a fuoco tra la gente e una sassaiola contro sindaco, assessori e consiglieri

Carabinieri sul posto del conflitto a fuoco del 5 febbraio 2019
Carabinieri sul posto del conflitto a fuoco del 5 febbraio 2019

Ancora una volta a Brusciano si fa fuoco in mezzo alla gente. Erano pressappoco le 18,30, ieri, quando in pieno centro cittadino è partita una raffica di spari tra la folla. Davanti a chi si intratteneva fuori ai bar e ai circoletti, a chi si spostava per recarsi nelle botteghe e nella tabaccheria del posto, dei killer hanno esploso diversi colpi di pistola. Erano in due, arrivati in sella a uno scooter. Secondo quanto si è appreso, avevano un obiettivo preciso: colpire un pregiudicato che in quel momento si trovava in strada e che, schivati i colpi, avrebbe addirittura risposto al fuoco. Sul luogo della sparatoria sono intervenuti i carabinieri. Le immagini di telecamere di videosorveglianza comunali e private potrebbero fornire qualche dettaglio utile agli investigatori.

“Io stavo camminando a piedi con mia figlia e una signora piangendo mi ha detto di non passare perché si erano sparati ed era pericoloso. Correndo ci siamo riparate in un vicoletto”. Così una donna che si trovava in zona ha descritto quei momenti di paura. E il suo racconto ben rappresenta il clima di terrore in cui da poco più di due anni si vive nel comune situato in provincia di Napoli. La guerra di camorra non si placa, nonostante gli arresti eseguiti, le numerose operazioni ad alto impatto, che fino ad oggi hanno portato al sequestro di armi da fuoco e droga, e l’impegno incessante dei carabinieri che stanno indagando per fermare i protagonisti della faida.

A Brusciano lo scontro tra gruppi criminali è spietato. Chi si sta affrontando sul territorio a suon di bombe e pistolettate, non ha regole. I proventi derivanti dalla vendita di sostanze stupefacenti e dalle estorsioni fanno troppo gola a quei criminali che a stento superano la trentina e che non sono disposti ad arretrare o a compromessi, perché vogliono “comandare” e per farlo sono disposti a tutto, anche a rischiare di ammazzare innocenti. Solo nell’ultimo mese, dal tentativo di colpire uno dei rivali, è nato un conflitto a fuoco che si è protratto per metri davanti a un supermercato, a una farmarcia e a un campetto dove dei ragazzini giocavano a calcio. Succedeva in un quadrivio all’ombra di quei palazzoni del rione popolare della 219 dove pulsa la vendita di droga, baluardo dei clan in guerra e prigione, ormai, delle famiglie perbene che ci vivono. Dopo pochi giorni, nella stessa zona, dalle vedette di una piazza di spaccio partì la sassaiola contro sindaco, assessori e consiglieri comunali che erano impegnati in un sopralluogo.

Una emergenza che sembra non trovare fine e di cui si discuterà nel consiglio comunale straordinario convocato all’aperto in via eccezionale.

Il primo cittadino, Giuseppe Montanile, aveva annunciato subito dopo l’aggressione che avrebbe richiesto la convocazione della pubblica assise nel luogo dove era stato attaccato, e sabato prossimo alle 10,30 il consiglio comunale si riunirà in via Falcone.

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