Finanziere chiese soldi per insabbiare l'indagine sulla consigliera Pd

L'ex militare Gerardo Leone chiese la somma di 40mila euro per bloccare l'inchiesta che vedeva coinvolta anche Anita Maurodinoia

Finanziere chiese soldi per insabbiare l'indagine sulla consigliera Pd

È stato condannato a due anni di reclusione (con pena sospesa) Gerardo Leone, il finanziere accusato di aver "insabbiato" un'indagine riguardante la consigliera regionale pugliese Anita Maurodinoia (Pd) e il marito Alessandro Cataldo. I fatti risalgono al 2016 quando, accurati accertamenti condotti dal Nucleo di Polizia tributaria del capoluogo pugliese, approfondirono le condotte fraudolente in danno di ente pubblico da parte di amministratori e funzionari dell'ex Provincia di Bari e i rapporti da questi intrattenuti con imprenditori locali ai quali erano affidate commesse per la realizzazione di lavori pubblici. In particolare la richiesta di sequestro per un importo complessivo di 240mila euro, formulata dalla Procura e accolta dal gip, riguardò Anita Maurodinoia, all'epoca vicepresidente della Provincia di Bari. Tra gli altri indagati figurarono anche Aldo Lastella, Pietro Gallidoro, Giuseppe Rotolo, Mario Ruggiero (funzionari e dipendenti dell'ente), Marino Provvisionato, Marino ed Ezio Gesualdi e Gesualdi s.r.l., società con sede a Spinazzola e da essi amministrata. L'inchiesta coinvolse in tutto circa 40 persone e nacque da uno stralcio del procedimento a carico degli imprenditori Alviero ed Erasmo Antro, finiti in manette nel marzo 2012 per una presunta truffa ai danni della Provincia e di sei istituti di credito.

Secondo quanto emerso dalle indagini, il finanziere avrebbe chiesto la somma di 40mila euro per bloccare l'inchiesta sui presunti reati di corruzione sopra citati. Stando all'accusa, durante i vari colloqui con Maurodinoia, Leone avrebbe più volte fatto presente la minaccia di una esecuzione cautelare nei suoi confronti. A tal proposito l'indagato avrebbe manifestato la disponibilità ad addomesticare, nelle informative indirizzate alla Procura, gli elementi acquisiti, così da insabbiare l'indagine ed evitare danni all'immagine pubblica della consigliera e di suo marito. I giudici hanno riqualificato il reato contestato che passa da tentata concussione a tentata induzione indebita a dare e a promettere utilità.

Assoluzione, invece, per l'accusa di rivelazione di segreti d'ufficio. L'ex militare dovrà altresì risarcire Cataldo (costituito parte civile e assistito dal legale Gianni Signorile) con una provvisionale di 2.500 euro.

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