Il finto dialogo e la carta Fico

Si sono aperte le consultazioni, ma nulla o quasi pare cambiato. Seppure con i toni e i modi consoni al prestigioso salone delle Feste del Quirinale

Il finto dialogo e la carta Fico

Si sono aperte le consultazioni, ma nulla o quasi pare cambiato. Seppure con i toni e i modi consoni al prestigioso salone delle Feste del Quirinale, infatti, Giuseppe Conte e Matteo Renzi continuano a farsi una guerra tanto feroce, quanto sottotraccia. D'altra parte, nessuno dei due vuole restare con il cerino della crisi in mano. E così le rispettive trincee provano a veicolare una disponibilità al dialogo che in verità nasconde solo la voglia matta di poter piazzare il colpo del definitivo knock out. Ne è ben consapevole Sergio Mattarella, che ha preferito la strada di consultazioni che non fossero lampo proprio per provare a far decantare incomprensioni e diffidenze. Con la consapevolezza che la strada è in salita, perché i veti incrociati di Renzi da una parte e del M5s dall'altra potrebbero far sfumare il Conte Ter già domani sera.

Il problema, infatti, non è solo cosa dirà la delegazione di Italia viva quando oggi pomeriggio si presenterà al Colle (a ieri sera Renzi ancora non assicurava il suo placet a Conte), ma anche cosa diranno i capigruppo del M5s quando saranno ricevuti domani al Quirinale. «Siete disposti a un nuovo governo con Italia viva?», sarà l'ineluttabile domanda che porrà il capo dello Stato. E un «no» potrebbe contribuire a chiudere la strada all'autoproclamato «avvocato del popolo». I gruppi grillini, non è un mistero, sul tema sono a un passo dall'implosione, divisi tra chi vorrebbe riaprire un canale con il senatore di Rignano e chi invece è contrario «senza se e senza ma». Tra loro Alessandro Di Battista, che arriva a definire Renzi «il puparo dell'establishment». Posizione che complica la trattativa - assolutamente di facciata - che stanno provando a mettere in scena il premier dimissionario e l'ex segretario dem.

Per non irritare ancora il Colle e per evitare di passare come il responsabile di un'eventuale rottura, infatti, per tutta la giornata di ieri Conte ha chiesto al pezzo di Movimento che risponde a lui di «non dare alibi a Renzi». Nessun attacco e zero polemiche, è stato il diktat di Palazzo Chigi. E al Quirinale ha lasciato intendere di essere pronto a sedersi al tavolo con il leader di Iv. In verità, il premier sta continuando a lavorare sul pallottoliere del Senato, con l'obiettivo di creare una maggioranza autonoma da Renzi. Drenando senatori non solo a Iv, ma anche a Forza Italia. E il fatto che ieri a tarda sera l'azzurro Luigi Vitali abbia deciso di formalizzare il suo sostegno a Conte è un segnale da non sottovalutare. È l'undicesimo senatore del gruppo dei cosiddetti contiani. Dopo quasi dieci giorni, insomma, il pallottoliere esce dall'immobilismo.

Renzi è ben consapevole della situazione e se pubblicamente manda messaggi più o meno concilianti, in privato non ci gira intorno. «Non mi ha mai chiamato, neanche mandato un messaggio e sta pure provando a spaccarmi i gruppi parlamentari», è il mood del leader di Iv che non vede l'ora di sgambettare definitivamente Conte. Non facendone pubblicamente una questione personale, è ovvio. Ma di prospettive politiche. Renzi, infatti, è pronto a mettere sul tavolo la riforma della prescrizione (e quindi la testa del Guardasigilli Alfonso Bonafede), la scuola (e dunque il ministero di Lucia Azzolina), il Recovery plan e il Mes, tema sensibilissimo nel M5s. Una miscela evidentemente esplosiva per un possibile Conte Ter. Che, appare ormai chiaro, si farà se davvero nelle prossime ore i numeri del Senato decreteranno una maggioranza indipendente da Italia viva. Se all'azzurro Vitali seguiranno altri arrivi.

Restano altre 24 ore. Altrimenti anche il Colle pare intenzionato a non imbarcarsi in un incarico al premier uscente, che prolungherebbe per almeno un'altra settimana il suk dei responsabili.

A quel punto, meglio un mandato esplorativo al presidente della Camera Roberto Fico, come già accaduto nel 2018. Chi meglio di un esponente del M5s potrebbe infatti chiudere definitivamente la porta al Conte Ter e aprire la strada a un nuovo governo?

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