Genova, il dirigente premiato era già imputato per disastro

Tra i premiati dal Comune per la prevenzione del dissesto c'è anche un imputato per l'alluvione del 2010

Genova, il dirigente premiato era già imputato per disastro

Non è solo meteorologica, la bufera che sta colpendo Genova in queste ore: l'amministrazione comunale è sempre più nell'occhio del ciclone dopo la notizia che uno dei quattro dirigenti comunali premiati quest'anno per il lavoro svolto per la prevenzione del dissesto idrogeologico è Stefano Pinasco, il cui nome compariva tra gli imputati nel processo per l'alluvione di Sestri Ponente del 2010.

Come racconta Il Secolo XIX, la Procura genovese imputerebbe a diversi manager pubblici e imprenditori titolari di concessioni sulle sponde del torrente Chiaravagna (uno dei corsi d'acqua esondati durante l'alluvione del 2010, ndr) di aver "barattato" la messa in sicurezza del territorio con indennizzi, pagando gli enti locali piuttosto che completare interventi risolutivi per la prevenzione del dissesto.

Con Pinasco sono stati premiati anche i dirigenti Laura Petacchi, Monica Bocchiardo ed Enrico Vicenzi: quarantamila euro elargiti complessivamente a tutti e quattro, per i risultati raggiunti in sede di prevenzione.

Intervistata da Sky Tg24, la Bocchiardo si è difesa, spiegando che "non si poteva fermare l'acqua con le mani", ma rivendicando il merito di aver saputo "mitigare il rischio", rendendo comunque più sicure di prima le zone vulnerabili di Genova. "Io devo salvare le vite umane. E' quello il nostro obiettivo principale. Purtroppo una persona è mancata, questo lo sappiamo, ma sono certa che con questo nostro sistema che abbiamo messo in piedi le famiglie - ha concluso - sono più tranquille quando i loro figli vanno a scuola".

La polemica sui premi ai dirigenti comunali era partita da una denuncia del consigliere comunale d'opposizione Enrico Musso, che parla di "paradosso" e "assurdità che ci deve fare interrogare sul meccanismo di fissazione e misurazione degli obiettivi

per i dirigenti da parte dell’amministrazione". E forse non solo su quello, ma anche sulle modalità con cui in Italia si valutano i parametri della protezione del suolo e della prevenzione delle catastrofi naturali.

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