Gravina, la mamma: "Ciccio e Tore uccisi, non fu un incidente"

Dopo la decisione della procura di Bari di riaprire le indagini per la morte di Ciccio e Tore, la madre avverte: "I miei bimbi potrebbero essere vittime di un omicidio"

Gravina, la mamma: "Ciccio e Tore uccisi, non fu un incidente"

Dopo la decisione della procura di Bari di riaprire le indagini per la morte di Ciccio e Tore, i fratellini di Gravina di Puglia, Rosa Carlucci, la madre dei piccoli di 13 e 11 anni trovati morti venti mesi dopo la scomparsa ha denunciato, ai microfoni della trasmissione Quarto grado, di essere stata malmenata dagli inquirenti. Non solo. In un'altra intervista a Domenica 5 ha spiegato che i figli "potrebbero essere vittime di un omicidio".

A diversi mesi della tragedia, ospite di Salvo Sottile per fare il punto sulle indagini, la donna dopo la proiezione di un filmato in cui si sottolineava come nel 2006 i sospetti per la sparizione dei bambini caddero su di lei, la signora Carlucci è sbottata: "Ho subito sedici ore di interrogatorio e sono anche stata malmenata dagli organi inquirenti". E ancora: "Mi hanno messo le mani alla gola, hanno aperto una finestra minacciando di lanciarmi di sotto". E solo alla fine, ha raccontato la Carlucci, "si sono scusati affermando che era il loro metodo per arrivare ad avere informazioni". I due ragazzini scomparvero il 5 giugno 2006, ma i cadaveri furono trovati quattro anni fa (era il 25 febbraio 2008) nella cisterna interrata di una casa padronale abbandonata, in una zona centrale di Gravina di Puglia.

A Domenica 5 la Carlucci ha fatto notare che dall’autopsia di Ciccio "emerge un particolare che non mi convince: un arto era completamente distaccato dal resto del corpo e questo è uno degli indizi per i quali abbiamo chiesto, se sarà necessaria, la riesumazione". Su questa richiesta il procuratore di Bari, Antonio Laudati, è stato chiaro: "L’indagine si svolge sulla base di cose già fatte. Sono in corso delle verifiche. Tecnicamente non ci possono essere forme di riesumazione e non avrebbero senso". Nel pozzo-cisterna in cui furono trovati i cadaveri dei figli c'era la scritta "papà" che non è opera di Ciccio e Tore. Ma, a detta della Carlucci, fa pensare a tutt’altra cosa: "Oltre ad essere stati scaraventati (gli autori dell’azione, ndr) hanno osato anche fare altro lì sotto: per questo chiedo alla magistratura di indagare attentamente su questi ragazzi e di accertare eventuali complicità di adulti".

La nuova inchiesta sulla morte dei fratellini Pappalardi si occupa dell’ipotesi che i bambini siano caduti nella cisterna durante una cosiddetta "prova di coraggio" cui erano stati sottoposti da cinque ragazzi di

qualche anno più grandi di loro. Oggi maggiorenni, i cinque sono comunque sottoposti a indagini preliminari da parte della Procura per i minorenni, che ha ricevuto dagli uffici della procura ordinaria parte del fascicolo.

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