Il Green Pass è "un abominio dal punto di vista legale, costituzionale, normativo, carente e confusionario sotto il profilo giuridico". Lo ha scritto nero su bianco, nella lettera con cui ha comunicato le proprie dimissioni, il vicedirettore del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, Stefano Leoni.
La decisione di Leoni è dovuta proprio all'obbligo di esibire la certificazione verde per poter accedere agli ambienti del Conservatorio. L'ex vicedirettore, nella stessa lettera, parla di "problemi di coscienza" di fronte all'obbligo e lo definisce "disdicevole e in contrasto con i princìpi che il sistema educativo dovrebbe diffondere e difendere". In ogni caso, l'ateneo ha già fatto sapere che Leoni continuerà ad insegnare ai suoi studenti almeno fino a dicembre, ma solo online, ritenendo il tampone ogni 48 ore "un ricatto".
Il professore di Musicologia sistematica aveva firmato l'appello contro l'obbligo sottoscritto da centinaia di docenti, tra cui il popolare storico Alessandro Barbero.
Con le proprie dimissioni, Leoni si spinge oltre nella contestazione del pass vaccinale, ritenuto "una forma surrettizia di coercizione e adesione forzata alla campagna vaccinale" che indurrebbe le persone "a sottoporsi all’inoculazione di un siero genico sperimentale dall’efficacia non ancora esattamente definita nella limitazione dei contagi e delle ospedalizzazioni, e dagli effetti collaterali ignoti o colpevolmente ignorati".
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