La procura di Roma ha aperto un'inchiesta su un medico di base che avrebbe fornito Green pass falsi a personaggi noti dello sport, dello spettacolo, della politica e dell'imprenditoria. A riportare la notizia è Il fatto quotidiano, che rivela l'esistenza dell'indagine top secret che coinvolgerebbe almeno un centinaio di persone appartenenti alla cosiddetta Roma bene che, invece di fare il vaccino o il tampone, hanno preferito rivolgersi al medico compiacente.
Le forze dell'ordine nelle scorse ore hanno sottoposto a perquisizione l'abitazione e lo studio del medico, che non risulta attualmente segnalato né all'Ordine dei medici né, tanto meno, all'Asl di appartenenza. La sua lista di pazienti sarebbe piuttosto lunga e da parte degli investigatori c'è il massimo riserbo sulla loro identità. L'unico elemento finora trapelato è che alcuni di loro sarebbero volti noti al pubblico, perché vip, sportivi o imprenditori. La priorità degli investigatori in queste fasi dell'indagine è quella di capire in che modo il medico abbia potuto ottenere le false certificazioni verdi.
Tra le ipotesi al vaglio dei magistrati c'è la possibilità che il medico sia riuscito a sfruttare dei bug all'interno del sistema utilizzando la tessera sanitaria dei suoi pazienti. In sostanza, potrebbe aver inserito all'interno dei database dati relativi a presunte patologie incompatibili con la vaccinazione, oppure ipotetiche guarigioni dal Covid o, ancora, segnalazioni di vaccinazioni avvenute all'estero in territori extra europei. Per tutti questi casi, infatti, il medico non è tenuto a inviare pezze di appoggio che giustifichino le sue dichiarazioni. Una volta inseriti i dati, che provenendo da un medico Asl si presume siano veri, il ministero della Salute rilascia in automatico il Green pass nominale per il paziente indicato.
Il Fatto quotidiano riferisce che questa sorta di "falla" sarebbe nota da tempo, almeno da quando è entrato in vigore il sistema del Green pass. Nonostante sia stata già segnalata, finora non sarebbero state adottate misure di contenimento per i "furbetti del Green pass". L'indagine sul medico della Roma bene, infatti, non è partita in automatico tramite la rilevazione di anomalie nel sistema ma da una segnalazione anonima che avrebbe indirizzato gli investigatori.
Ora in tanti si chiedono se questo del medico della Asl 1 di Roma sia un caso isolato o se, invece, sia prassi purtroppo comune tra i furbetti, nell'attesa di capire in che modo le autorità metteranno un freno a questo fenomeno preoccupante.
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