Guerra di parole per nascondere un altro fallimento

Guerra di parole per nascondere un altro fallimento

Dovendo tirarsi fuori dalle secche di scandali e incapacità politica, nel film Sesso e potere il presidente degli Stati Uniti ingaggia un produttore hollywoodiano per inscenare una finta guerra con un paese lontano di cui gli americani mai avevano sentito parlare: l'Albania. Non venendo da Hollywood ma dal Grande Fratello, Rocco Casalino ne ha scelto uno noto, la Francia. Ma il meccanismo è lo stesso perché identico è l'obiettivo: distrarre l'opinione pubblica e accreditarsi come l'unico garante della sicurezza nazionale. Al solito, la verità è impastata con la finzione. È vero che la Francia di Macron, la stessa Francia per cui Salvini faceva il tifo quando era secessionista e lo stesso Macron con cui i grillini volevano stringere un'alleanza europea, in Libia e non solo è un avversario dell'Italia. È però falso che la questione del franco coloniale abbia attinenza con le migrazioni odierne, come hanno invece sostenuto i gemelli diversi Di Maio e Di Battista. Ma la verità non conta. Conta la narrazione, poiché da che mondo è mondo i movimenti demagogici si affermano in reazione a presunti interessi elitari globali.

Sarà un caso, ma nelle stesse ore in cui i grillini attaccavano la Francia, il senatore pentastellato Lannutti riesumava i «Protocolli dei Savi di Sion» dalle soffitte impolverate dell'antisemitismo di inizio Novecento. La finanza globale, la Francia massonica, gli ebrei. Cosa manca? La cara e vecchia Casta, nemico consueto di tutti i partiti politici «nuovi». Per i grillini è un copione noto: quando il barometro politico segna tempesta, evocare il taglio dei «privilegi» gli assicura l'illusione di riconnettersi col sentimento popolare. Facile scommettere che, visti i sondaggi che li danno in calo, il pur spurio tema degli stipendi dei parlamentari accompagnerà la campagna elettorale per le Europee. E pazienza se i maggiori beneficiati dell'assunzione delle funzioni parlamentari siano proprio gli eletti grillini, passati in buona parte da zero a centomila euro di reddito.

La domanda, allora, è: basteranno questi stantii escamotage mediatici a far dimenticare agli italiani che i conti pubblici non tornano, che siamo in recessione, che i posti di lavoro calano, che l'immigrazione è tutt'altro che sotto controllo e che in Libia non contiamo più nulla? Al presidente americano del film le finzioni non bastarono.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica