Guido Meda e il naufragio dello yacht: "In 5 minuti è successo il finimondo"

"Ci hanno salvato quattro persone. Da terra si sono accorti che la nostra imbarcazione era in difficoltà e hanno dato l’allarme": il racconto del naufragio che ha colpito Guido Meda

Guido Meda e il naufragio dello yacht: "In 5 minuti è successo il finimondo"

"C’erano onde alte e vento fortissimo siamo andati a fondo", sono le parole di Guido Meda dopo il naufragio che ha colpito lo yacht con cui si trovava con i suoi figli.

Il racconto del giornalista

Meda si racconta al Corriere della Sera, è ancora provato e frastornato dall'esperienze, ma ci tiene a sottolineare che "non siamo andati a sbattere contro gli scogli, ma l’imbarcazione ha iniziato ad affondare in pochi minuti". Inizialmente si era parlato di un impatto con gli scogli dovuto al vento. Il dettaglio raccontato dal giornalista trova conferma anche da Francesco Dalle Luche, comandante della Capitaneria di porto di Porto Santo Stefano: "In un primo momento si pensava a una falla nello scafo ma quando è stato recuperato il relitto, è stata accertata la totale integrità dello scafo". Il racconto di Meda prosegue: "Eravamo in mezzo al golfo di Campese questa burrasca ha colto tutti di sorpresa, in 5 minuti all’improvviso è cominciato il finimondo".

Il vento soffiava oltre i 30 nodi e si sono registrate onde alte due metri: "Ci hanno salvato quattro persone. Da terra si sono accorti che la nostra imbarcazione era in difficoltà e hanno dato l’allarme". Guido Meda con i figli e gli altri occupanti dello yacht hanno seguito le regolari procedere in caso di emergenza: "Per fortuna sapevamo cosa fare, il mio amico proprietario dell’ imbarcazione è stato lucidissimo: abbiamo cercato di mandare il may-day, il gommone di salvataggio si è gonfiato regolarmente e le ragazze ed i bambini sono stati bravissimi a buttarsi in mare. Siamo rimasti in balia delle onde credo almeno mezz’ora, su quella zattera in mezzo alle tempesta il tempo sembra non passare più, è stato veramente terribile".

"Adesso siamo al porto ancora con delle magliette prestate dalla gente del Giglio che ci ha accolto e aiutato in maniera commovente - spiega Meda al quotidiano di via solferino -, purtroppo loro sono abituati a dover assistere i naufraghi. Siamo salvi grazie a degli angeli. Credo fossero quattro, da lì in mezzo al mare vedevamo solo dei puntini che si sbracciavano vicino al faro in un punto dove di solito non c’ è nessuno, per questo dico che li ha mandati il Signore. Quella è una zona dove i telefonini non prendono e credo che qualcuno di loro sia dovuto correre in paese ad avvertire di quello che stava succedendo per questo è passato così tanto tempo. Mi piacerebbe poterli conoscere e ringraziare perché senza di loro non so cosa sarebbe successo".

Meda dimostra comunque di

non aver perso lo spirito positivo che lo ha sempre contraddistino e chiosa: "Giovedì (domani, ndr ) devo essere a Silvestone per il gran premio d’ Inghilterra... se si asciuga il passaporto".

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