I distributori della truffa rubano tre litri ogni pieno

A Padova controlli a tappeto della Guardia di finanza: sigillato un impianto, denunciati 11 gestori e sequestrate oltre 370 tonnellate di prodotti petroliferi

I distributori della truffa  rubano tre litri ogni pieno

Il boom del prezzo del petrolio fa il benzinaio ladro. Non tutti, sia chiaro, ma la solita pecora nera che vuole speculare sui recenti aumenti e sull’impossibilità del cliente di accorgersi del trucco. In compenso se n’è accorta la Guardia di finanza di Padova, che nel corso di una serie di controlli a tappeto, ha scoperto che due gestori sono arrivati al punto di rubare, letteralmente, oltre 33 mila litri di carburante agli sventurati automobilisti. Perché, in realtà, questi 33 mila litri sono stati regolarmente addebitati ma mai erogati.

Calcolatrice alla mano, il salasso della truffa si aggiunge al salasso «regolare». I due mariuoli della pompa hanno aspirato dalle tasche dei clienti circa 60 mila euro in più del dovuto e di questo dovranno rispondere alle Fiamme gialle, che peraltro stanno passando al setaccio buona parte dei distributori in tutto il territorio nazionale.

Nel caso di Padova, il bilancio finale dell’intervento la dice lunga sullo stato dell’arte: sono finiti sotto sequestro una stazione di servizio, 9 impianti privati e 24 colonnine erogatrici tarate al ribasso. Per un totale di 370 mila litri di prodotti petroliferi commercializzati illecitamente. Undici gestori sono stati denunciati mentre centinaia di «prestigiatori» delle schede carburanti sono stati sanzionati: veniva infatti addebitato un importo superiore a quello effettivamente pagato. Pizzicate anche 11 aziende florovivaistiche che avrebbero impiegato 9.000 litri di gasolio agricolo, venduto a prezzo agevolato, per finalità diverse da quelle previste dalla legge.

Al di là delle cifre generali, però, è interessante scendere nel dettaglio della tattica adottata dai due distributori gestiti da un’unica società, uno in corso Primo Maggio a Padova e l’altro a Vigodarzere. Una tattica molto semplice: manomettere il misuratore ed erogare un importo di benzina o di gasolio inferiore a quello registrato dal macchinario. Un furgone che faceva un pieno di 80 litri, pari a circa 152 euro con la benzina verde calcolata a 1,9 euro al litro, in realtà si ritrovava nel serbatoio 77 litri, tre litri in meno, con un prelievo forzoso e criminale di quasi 6 euro per ogni pieno.

Alzi la mano chi sarebbe in grado di accorgersi di un simile taglieggio. Complice un prezzo da paura, i rialzi sono all’ordine del giorno e ormai si sono persi gli ordini di grandezza. Morale della favola: i benzinai taroccavano le colonnine senza alcun timore di essere scoperti. Ed effettivamente non sarebbero mai stati scoperti se non si fosse presentata la Guardia di finanza, armata delle apparecchiature necessarie a smascherare la truffa eseguita su clienti già esasperati da un prezzo al di là del bene e del male.

A questo punto il sospetto che ci siano altri furbetti della pompa di benzina è più che legittimo.

Per questo il Codacons chiede un rafforzamento dei controlli di fronte a un reato difficilmente sopportabile in tempi di vacche magre, «come se non bastassero i cinque aumenti delle accise voluti nel 2011 - ricorda l’associazione dei consumatori - l’aumento dell’Iva e il prezzo industriale alle stelle».

E le indagini, coordinate dall’autorità giudiziaria di Padova, verranno estese ad altre aree di servizio.

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