Il caso Ciro Grillo continua a infittirsi di incognite e ipotesi a pochi giorni da un appuntamento cruciale: venerdì 5 novembre il gup di Tempio Pausania, Caterina Interlandi, dovrà decidere sul rinvio a giudizio del figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle e dei suoi tre amici genovesi. Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria andranno a processo o saranno prosciolti?
Questo il bivio di un caso intricato che al fondo ha sempre la stessa domanda: si è trattato di uno stupro o i rapporti sessuali sono stati consenzienti? Versioni differenti tra accusa e difesa, su una vicenda che continua ad arricchirsi di particolari. E nelle ultime ore sul tavolo del gup è arrivata una consulenza medico-legale che può pesare come un macigno.
La droga dello stupro
È spuntata ora l'ipotesi che possano essere state utilizzate sostanze inibitorie come il Ghb, la cosiddetta "droga dello stupro". Nella relazione del professor Enrico Marinelli, specialista in medicina legale, si legge che "in linea puramente teorica non è possibile escludere l'uso di sostanze di questo tipo, prima o in associazione con l'alcol". Va sottolineato che la consulenza medico-legale è di parte: è stata depositata da Giulia Bongiorno, che difende la giovane Silvia (nome di fantasia, che ha denunciato l'ipotetico tupro).
È bene chiarire che quella dell'uso della droga della stupro è una possibilità e non una certezza. Così come tiene a sottolineare Sandro Vaccaro, difensore di Vittorio Lauria: "Sulle ipotesi si può dire qualunque cosa. Possiamo dire qualsiasi cosa priva di fondamento, come priva di fondamento è l’ipotesi della droga dello stupro".
Le droghe da stupro nella consulenza medico-legale vengono ritenute "particolarmente insidiose" poiché sono "costituite da liquidi inodori e incolori, facilmente mescolabili alle comuni bevande, anche non alcoliche, senza che la vittima se ne possa accorgere".
Quei lividi sul corpo
Altra questione di fondamentale importanza è quella dei lividi sulle braccia e sulle gambe che Silvia mostrò alle dottoresse della clinica Mangiagalli di Milano. Una sua amica ha raccontato di aver ricevuto alcune foto di lei davanti a uno specchio "in cui si vedevano chiaramente alcuni lividi sul costato a sinistra, sulla scapola destra e sulla coscia o all'altezza del bacino". E ha aggiunto di averle detto di "avvertire dolori nelle parti intime".
Per la consulenza medico-legale quei lividi risultano essere "compatibili con un meccanismo di pressione e afferramento attuato da più persone contemporaneamente con le mani". Il racconto della ragazza, che sostiene di essere stata costretta a una serie di rapporti sessuali con Grillo&Co, potrebbe essere dunque credibile e compatibile con gli approfondimenti medico-legali eseguiti. Secondo cui è evidente un disturbo post-traumatico da stress diagnosticato alla ragazza, giudicato "coerente con un rapporto non consenziente e invasivo".
L'alcol e i rapporti
Silvia ha denunciato di essere stata costretta a bere da una bottiglia un cocktail (di vodka e lemonsoda?). Questo sarebbe avvenuto prima dell'ipotetica violenza sessuale. Un aspetto di cui si è occupata la consulenza medico-legale, che stima il tasso alcolemico nel sangue della ragazza in 1.08 grammi/litro.
La tesi di parte è che la giovane studentessa "non può aver espresso un valido consenso al rapporto di gruppo" visto che l'alcol "scemava grandemente la sua capacità decisionale e annullava la sua capacità di autodeterminazione". Ma la versione di Ciro Grillo e dei suoi amici resta la stessa: Silvia era consenziente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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