Un immigrato molesta una ragazza, le fa apprezzamenti pesanti non richiesti e infine la insegue. La famiglia protesta, giustamente, e se la prende con l'accoglienza indiscriminata. Il prefetto espelle l'immigrato. Ma il sindaco redarguisce i genitori, ammonendoli e dicendo che "dovevano stare zitti".
Siamo a Frassinelle Polesine, in provincia di Rovigo. Ennio Pasqualin, che di questa comunità è il sindaco, ha preso una posizione che ha fatto infuriare i concittadini e anche i colleghi delle città vicine. Di fronte alle denunce della ragazza molestata e della famiglia ha detto: "Non è successo niente. Un richiedente asilo ha avvicinato una ragazza, le ha chiesto il numero di cellulare, ha fatto apprezzamenti positivi. Ad un certo punto le ha messo una mano sulla spalla. E' forse una molestia? L'errore lo hanno commesso i familiari della ragazza: era consigliabile il silenzio assoluto. Se lo avesse fatto un ragazzo italiano tutto questo non sarebbe successo".
Non la pensa allo stesso modo, come riporta La Voce di Rovigo, Angela Zambelli, sindaco donna di Crespino: "Se la ragazza ha avvertito quelle parole o quell'atteggiamento come un fastidio, vuol dire che tanto normale non è stato. Questo episodio non va assolutamente minimizzato, anche se posso capire che la faccenda sia delicata e meriti la massima discrezione. In ogni caso la ragazza e la sua famiglia in tutta questa vicenda non hanno ovviamente nessuna responsabilità".
Le molestie dell'immigrato
Alcuni giorni fa, il 13 agosto, un richiedente asilo ha incontrato una ragazzina sulla pista ciclabile di Frassinelle. Qui l'avrebbe molestata verbalmente e fisicamente. Il richiedente asilo, scrive sempre La Voce, era ospitato nel centro di accoglienza di Corte Romana.
Il migrante avrebbe prima fatto apprezzamenti pesanti alla ragazza e poi l'avrebbe anche seguita per un lungo tratto di sentiero. La vittima è stata trovata in lacrime da alcuni passanti che l'hanno condotta dalla famiglia e poi dai Carabinieri.
Qui è scattata la denuncia e sono state avviate le indagini che hanno portato all'ordine di espulsione, firmato dal prefetto, nei confronti del richiedente asilo che è stato indirizzato in una struttura di Napoli.Ma per il sindaco non è successo nulla. Anzi: la famiglia doveva "stare zitta".
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