Inchiesta bus, imprenditore: "Tangente destinata a segreteria Alemanno"

Incà Levis al gip di Roma: "Ceraudo mi disse che i soldi erano destinati alla segreteria del sindaco". Il sindaco: "Lo escludo nella maniera più categorica"

Inchiesta bus, imprenditore: "Tangente destinata a segreteria Alemanno"

Nuovi dettagli sull'inchiesta riguardante la fornitura di bus destinati al Corridoio Laurentina a Roma. I 600mila euro della maxi tangente pagata per una commessa di 45 mezzi "erano destinati alla segreteria di Alemanno". A dirlo al gip Stefano Aprile è stato l'imprenditore Edoardo D'Incà Levis, considerato il mediatore tra Breda Menarinibus e il Comune di Roma.

L'ad dell'azienda Roberto Ceraudo, arrestato martedì scorso, "fece riferimento alla segreteria di Alemanno come destinataria delle risorse finanziarie". Indagato nell'inchiesta anche l'ad di Eur Spa, Riccardo Mancini, che ieri ha dato le dimissioni. D’Incà Levis, ora tornato in libertà, afferma: "Ceraudo mi disse che la politica voleva ancora soldi; non precisò, nè io chiesi, se la segreteria di Alemanno fosse destinataria di tutto o di parte delle risorse".

Il sindaco Gianni Alemanno si difende: "Escludo nella maniera più categorica che membri della mia segreteria possano essere tra i destinatari di somme in denaro per questo o per qualsiasi altro affare", sostiene, "Non ho idea di chi

sia il signor D’Inca Levis e nè il sottoscritto, nè la mia segreteria si sono mai occupati di interferire nelle assegnazioni di appalti di qualsiasi genere, compreso ovviamente quello riguardante l’inchiesta in questione".

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