L'addio a Diabolik: tifoseria da stadio e saluti romani

L'ultimo saluto all'ex ultrà della Lazio: sciarpe, messaggi e fiori sulla panchina dell'agguato. In campo oltre trecento agenti

L'addio a Diabolik: tifoseria da stadio e saluti romani

Dopo le infinite polemiche attorno ai funerali Diabolik, si è giunti oggi alla conclusione di tale vicenda. Questa mattina la salma è stata trasferita dal policlinico di Tor Vergata al santuario del Divino Amore. Intorno al carro erano presenti i familiari di Piscitelli, alcuni amici e una delegazione degli Irriducibili che hanno vissuto in forma privata il loro dolore prima del tributo collettivo all'ex capo ultrà - ucciso il 7 agosto scorso a Roma - in forma composta come hanno chiesto i familiari. Il feretro è stato scortato da due automobili delle forze dell'ordine. Alle esequie hanno potuto partecipare solamente 100 persone indicate dalla famiglia di Fabrizio; giornalisti e "non invitati" sono stati spostati in un piazzale antistante.

Applausi e tifo

Oltre trecento gli agenti in campo al fine di permettere un regolare e sicuro svolgimento del funerale: carabinieri, finanzieri e poliziotti hanno provveduto a sorvegliare anche il santuario di via Ardeatina e il cimitero Flaminio di Prima Porta. Già in serata erano stati effettuati dei controlli presso caselli autostradali, fermate di pullman e stazioni ferroviarie.

Uno striscione esposto dai tifosi della Lazio recita: "È uno che per come lo conosco io andrebbe solo a piedi al funerale".

Inoltre i supporters biancocelesti hanno accolto la salma di Diabolik con saluti romani e cori da stadio: "Da veri laziali battiamo le mani". Sulla bara e su qualche magglia si legge: "Gli sciacalli possono pure banchettare sul cadavere di un leone, ma lui resta un leone e loro restano sciacalli".

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