Riceviamo dall'assessore regionale alla Sicurezza del Friuli-Venezia Giulia, Pierpaolo Roberti, e pubblichiamo integralmente:
"Spett.le A.S.S. n. 1 Triestina.
Egregio dott. Delli Quadri Nicola,
in questa lettera intendo precisare il carattere del mio intervento, pubblicato da Trieste Prima in data 23.6.2015 e dal Giornale in data 25.5.2015.
Chiarisco subito che ho inteso ivi presentare un'osservazione di natura prettamente politica, in forma dubitativa e personale: non ho certamente mai agito con l'intenzione di ledere l'immagine dell'Azienda per l'Assistenza Sanitaria né, tantomeno, quella del suo Direttore.
Da questa premessa è necessario partire per ricostruire il percorso che ha portato uno scambio di opinioni sull'impiego di risorse pubbliche e sui servizi alla comunità alle aule di un tribunale.
Se il cosiddetto "taxi sanitario" è assurto agli onori delle cronache, lo si deve ad una decisione, del tutto legittima, dell'Ass n.1, cui ha fatto seguito l'esercizio, altrettanto legittimo, del diritto alla critica da parte di chi, come il sottoscritto, aveva all'epoca e conserva tutt'oggi il ruolo di maggior responsabilità di un partito nella provincia in questione. La critica politica risponde ad un interesse sociale: esso sta alla base di un sistema democratico e legittima il richiamo dell’attenzione della pubblica opinione su determinate situazioni.
Per effetto dell’interrogazione, è stato verificato che l’azienda sanitaria non ha sottratto risorse al trasporto dei bambini in attesa di trapianto per destinarle ad altre finalità.
Per quanto sia stato accertato che l’azienda non ha distratto risorse per la gestione di tale servizio di trasporto immigrati, esso ha comunque comportato un costo pubblico: solo in relazione a ciò ho espresso il mio dissenso.
Mai la mia critica ha inteso valicare il confine di un confronto dialettico, fondato esclusivamente sulla discussione di specifiche scelte e non certo sull'onorabilità di persone o istituzioni.
Con osservanza,
Pierpaolo Roberti"
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