L'ex boss della Magliana: "Conosco bene Carminati, sopra di lui c'è un insospettabile"

Antonio Mancini al Fatto: "Carminati lo conosco dalla fine degli anni '70, ha in mano il regno criminale di Renatino De Pedis, ma vi dico: uscirà innocente da questa storia"

Massimo Carminati in una foto degli anni Settanta
Massimo Carminati in una foto degli anni Settanta

L'ex boss della banda della Magliana Antonio Mancini conosce molto bene Massimo Carminati, da quasi quarant'anni. In un'intervista al Fatto Quotidiano, Mancini racconta i suoi rapporti con uno dei principali indagati dell'inchiesta "Mafia Capitale", in un complicatissimo intreccio tra criminalità organizzata, politica e istituzioni.

Mancini confessa di conoscere Carminati "sin da prima di vederlo, ne conoscevo la fama: era tenuto in considerazione da tutti, stimato." E ancora, "Renato De Pedis era innamorato di Carminati, si fidava in tutto. Ma non solo Renato, anche gli altri boss lo adoravano nonostante fosse un ragazzetto." Un ragazzetto, però, "abbastanza bravo da riempire il vuoto lasciato da De Pedis alla sua morte".

Eppure, nonostante tutto, tutta l'intervista gira attorno a un qualcuno che sta ancora sopra a Carminati: "C'è sempre qualcuno dei ripuliti a comandare, a stare sopra. Senza i ripuliti non andremmo da nessuna parte, fermi alla rapina". Un insospettabile, in pratica, proveniente forse dal mondo dei colletti bianchi romani: "Noi (della Magliana, ndr) eravamo il terzo mondo di Carminati, quello in basso: mentre oggi quello di mezzo, e quello di sopra, si utilizzano a vicenda, per questo dico che Carminati ne uscirà pulito: il mondo di sopra si salverà, e porterà con sè il mondo di mezzo e ucciderà il mondo di sotto."

Per i colletti bianchi, aggiunge Mancini, quelli della Magliana a un certo punto sono diventati "un peso": "ci hanno scaricati". Però, quando gli viene chiesto se la politica l'abbia mai aiutato, l'ex boss ride: "Ero incarcerato a Pianosa e chiesi ai miei di cambiare galera.

Dopo qualche giorno mi chiama il capo reparto, mi fa sedere e mi chiede: 'Ma tu al ministero chi cazzo hai? Mi stanno a fa due coglioni così per farti mandare via.' Ero diretto a Busto Arsizio, in confronto una reggia. Al ministero arrivavamo ai piani più alti, ai vertici assoluti."

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