La lezione che ci mancherà

Elisabetta, l'ultima grande sovrana, antica per dinastia e figlia del Novecento, non ha mai avuto dubbi da quale parte stare. Il senso della sua corona era il rispetto assoluto della liberal-democrazia

La lezione che ci mancherà

Se ne va la regina e in tempi dissennati e inquieti anche questo è un brutto segno. È un'altra certezza che si dissolve, per quanto inevitabile, attesa e prevedibile è comunque un vuoto che si crea nell'immaginario globale e aggiunge disordine al disordine. La morte di Elisabetta II non riguarda soltanto la Gran Bretagna e neppure quella costellazione anglosassone che attraversa i continenti come sacrario di un impero che non c'è più. Non è mai stata soltanto questo. Era l'incarnazione della tradizione nel gran circo della post modernità, come un classico che parla ai vivi, come Shakespeare che ispira le sceneggiature di Hollywood. Ti raccontava la profondità della storia, senza apparire fuori dal tempo. Ci ha messo, in questo ruolo, la forma e il corpo. Il cuore no, quello era privato. C'è una lezione che lascia al futuro. A cosa serve una corona nelle democrazie moderne? Ti insegna il dovere, che è fare quello che si deve fare. Non importa quanto ti costa, quanto di te e dei tuoi cari sacrifichi, quante scelte ti tocca fare che da privato cittadino non vorresti mai affrontare. La corona pesa e sta su un trono di spade. La corona era il mestiere di Elisabetta e grazie al suo lavoro ha reso solida la democrazia britannica, perfino negli anni più bui. È quello che ogni tanto sembra mancare alla vecchia colonia d'oltreoceano, soprattutto da quando la Casa Bianca è stata desacralizzata e i tanti non si riconoscono più in uno e le radici ideali della cultura americana vengono recise all'interno e disprezzate all'esterno. Il paradosso forse è proprio qui. La regina che ha perso l'impero avrebbe ancora molto da insegnare a chi ne ha preso il posto. Basta dare uno sguardo all'India, che giorno dopo giorno si sta allontanando da Washington, stringendo accordi con la Russia e trattando con i nemici cinesi.

Elisabetta se ne va sotto un cielo di guerra, più difficile da decifrare perfino di quello oscuro della sua adolescenza. La pax americana, per quanto imperfetta, non tiene più in equilibrio il mondo. Si sta andando verso la resa dei conti globale che rimette in gioco poteri, ricchezze e valori. Questi ultimi non sono i meno importanti. Quella che chiamiamo globalizzazione ci sta svelando che i diritti battezzati come universali, scritti sulle carte dell'umanità, non lo sono affatto. Non tutti li riconoscono. Non tutti li sentono come propri. Non tutti li rispettano.

Dicono che c'è un'altra via per governare e non vede gli individui ma solo le masse e lo Stato autoritario che in nome del popolo per nulla sovrano pretende di incarnarle. Elisabetta, l'ultima grande sovrana, antica per dinastia e figlia del Novecento, non ha mai avuto dubbi da quale parte stare. Il senso della sua corona era il rispetto assoluto della liberal-democrazia.

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