Il Pd, un partito che si ingozza di ridicolo

Il Pd, un partito che si ingozza di ridicolo

Mica è vero che la sinistra è morta. Mica è vero che il Pd non fa niente e sprofonda dentro la sabbia mobile dei congressi. Per esempio adesso sono tutti impegnatissimi a organizzare cene, anzi da qualche giorno è iniziata una vera e propria guerra delle cene, a colpi di comunicati ufficiali su Twitter e Facebook. Una guerra ridicola, però significativa.

E quindi Carlo Calenda invita a cena Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Marco Minniti, l'allegra brigata, e loro accettano, solo che se ne fa un gran parlare, un gran spettegolare, un gran malignare, almeno tra i seguaci democratici, soprattutto tra i seguaci di Zingaretti, come fosse la cosa più importante del mondo, come se fosse la conferenza di Jalta tra Stalin e Roosevelt, e allora, per calmare le acque, si rimanda la cena a data da stabilire, diciamo alla Calenda greca.

Tuttavia la cosa non va giù a Nicola Zingaretti, il candidato ufficiale alla segreteria del Pd, sente puzza di complotto, di golpe nel Pd, non sa bene come reagire, insomma come diceva Lenin: che fare? E Zingaretti cosa fa? Organizza una bella controcena, beccati questa, Calenda. Una cena a cui però non invita nessuno. O meglio, non proprio nessuno, ha un'idea più democratica: invita i rappresentanti di alcune categorie sociali, per la precisione un operaio, uno studente, un volontario, un professionista, e detta così sembrano i personaggi di una barzelletta di una volta, poteva invitare anche un francese, un tedesco, un americano e un inglese, a caso, per rendere la cosa più internazionale, e magari anche il fantasma Formaggino. Per volontario, attenzione, si intende «un membro di un'associazione in prima fila sulla solidarietà», io avevo capito un volontario che volesse andare alla cena di Zingaretti, dove lo trovava.

Nel frattempo a Calenda arriva la notizia della cena di Zingaretti e subito twitta che lui alla cena di Zingaretti non ci crede, perché, testuali parole, Zingaretti «è persona troppo intelligente per rispondere così», un modo gentile per dirgli che se davvero ha risposto così, se davvero vuole fare la controcena, è scemo. Comunque sia sulla cena di Calenda restiamo col fiato sospeso, chissà dove e quando si farà, mentre la fatidica controcena di Zingaretti si svolgerà in trattoria. Proprio così, in trattoria.

E io dico, almeno portali in un bel ristorante di lusso con ostriche e champagne, questi disgraziati, invece no, va in una trattoria qualsiasi, con persone qualsiasi, e mica perché Zingaretti è tirchio, perché è di sinistra.

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