L'Isis è già in Italia, dieci musulmani in manette: volevano fare il jihad in Siria

Preso il clan di Lady Jihad denunciato da ilGiornale. In manette italiani convertiti all'islam e cinque albanesi residenti nella provincia di Grosseto. Sostieni il reportage

L'Isis è già in Italia, dieci musulmani in manette: volevano fare il jihad in Siria

I jihadisti sono qui in Italia, proprio in mezzo a noi. E sono i terroristi che guardano allo Stato islamico per portare a termine il proprio jihad. Dieci di questi sono stati arrestati in una vasta operazione denominata "Martese". Quattro italiani, cinque albanesi e un canadese, i dieci indagati di cui Fausto Biloslavo ha anticipato oggi su ilGiornale, volevano raggiungere la Siria per combattere tra i miliziani del califfo Abu Bakr al Baghdadi. Questa mattina, però, sono finiti in manette con l'accusa a vario titolo di associazione con finalità di terrorismo e organizzazione di trasferimenti per finalità di terrorismo.

Tutta l'operazione ruota intorno a Maria Giulia Sergio, la 27enne Lady Jihad partita per la Siria insieme al marito albanese Aldo Kobuzi (27 anni). "È la prima indagine sullo Stato Islamico in Italia, tra le prime in Europa", ha spiegato il pm Maurizio Romanelli. Gli indagati fanno parte delle famiglie dei due foreign fighter: la prima, quella della Sergio, è formata da italiani convertiti da qualche anno all'islam, la seconda è, invece, composta da albanesi che vivono nella provincia di Grosseto. Il collante tra le famiglie è rappresentato dalla giovane coppia che si è unita in matrimonio nel mese di settembre scorso, per poi partire alla volta della Siria per combattere a fianco dei miliziani dell'Isis. "Non progettavano attentati in Italia", assicura Romanelli.

Come anticipato da Biloslavo su ilGiornale, l’attività investigativa, avviata lo scorso ottobre, prende le mosse proprio dalla conversione e dagli spostamenti della foreign fighter originaria di Torre del Greco. Nel blitz antiterrorismo di questa mattina, è stata arrestata l'intera famiglia di Lady Jihad: il padre Sergio, la madre Assunta e la sorella Marianna. Da Inzago, paesino alle porte di Milano, stavano organizzando la partenza per raggiungere la Sergio in Siria. In manette sono finiti anche i parenti di Kobuzi: la zia 41enne, Arta Kacabuni, è stata acciuffata a Scansano, mentre Baki Coku, lo zio 37enne che ad Arcille di Campagnatico, è stato raggiunto a Lushnje, a circa 70 chilometri a sud di Tirana, dove era andato ad incontrare la propria famiglia.

L’inchiesta milanese sull’Isis si è sviluppata anche grazie all’individuazione del "coordinatore dei foreign fighter" per conto dello Stato Islamico.

Un contatto che ha permesso agli inquirenti di far luce sulle regole per raggiungere il Califfato: accorgimenti materiali come, ad esempio, l'indicazione di "non usare telefoni di ultima generazione ma solo telefoni di vecchio tipo", "procurarsi schede locali e buttare la scheda vecchia" o "avere una valigia senza eccessivo bagaglio".

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