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A Londra la pensione arriva già a 55 anni (ma tutta in una volta)

Milioni di lavoratori potranno ritirare i contributi a patto di rinunciare all'assegno mensile

A Londra la pensione arriva già a 55 anni (ma tutta in una volta)

E se andassimo tutti in pensione a 55 anni?

Potremmo prendere esempio dal Regno Unito. Infatti da ora in avanti, i lavoratori che hanno compiuto 55 anni di età potranno ritirare tutti i contributi previdenziali versati negli anni di carriera. Un quarto del montante sarà esentasse mentre i rimanenti tre quarti saranno sottoposti alla tassazione ordinaria. Questo accadrà grazie a una riforma sulle pensioni che ha già scatenato non poche polemiche.

Ma attenzione, dietro a una mossa apparentemente buona, c'è sempre la fregatura: chi ritira tutti i contributi non avrà diritto alla pensione pubblica. Un'idea pensata dal governo per far circolare nuovamente l'economia, dare nuovi stimoli alla spesa con l'augurio che sia indirizzata soprattutto agli investimenti.

Ma si sa, se i soldi ci sono ma vengono spesi senza cognizione di causa, si fa in fretta a farsi fuori tutto. Infatti, la riforma ha scatenato i più scettici: i lavoratori che ritireranno il bottino subito correranno il rischio di ritrovarsi al verde in età avanzata. Credono infatti che i lavoratori spenderanno i contributi di una vita per pagarsi una fuoriserie o una vacanza di lusso, altro che investimenti lungimiranti! I britannici hanno la nomea di avere le mani bucate, per non parlare dei molti che hanno debiti ovunque. Ma se useranno questi soldi in modo spropositato e per ripianare tutti i debiti contratti da giovani, come faranno a mantenersi da vecchi?

Facciamo un esempio. Un ragioniere di 57 anni ha deciso di ritirare tutto e di utilizzare i suoi soldi per pagare il restauro del tetto della chiesa del suo paesino. Viene il dubbio che questo ragioniere di soldi ne abbia già da parte. Ma c'è chi pensa addirittura di ritirare i proprio contributi per iniziare una nuova vita all'estero, in paesi dove il clima e' più mite e sano come l'Australia, la Nuova Zelanda, il Sud Est asiatico. Paesi dove l'economia sta avendo un boom totale. Eppure il governo, prima lancia la proposta allettante, poi invita a riflettere con tutti i "se" e i "ma" del caso.

Ma quanti in Italia sarebbero pronti a ritirare tutto il malloppo di contributi a fronte di una pensione pubblica negata? Quanti si lascerebbero ingolosire e spenderebbero tutto fino all'ultimo centesimo per concedersi viaggi da sogno, macchine sempre desiderate, oppure per colmare i debiti dei figli? E quanti ancora con quei soldi ricomincerebbero a vivere una nuova vita in un paradiso fiscale? In molti ci stanno pensando. I giovani addirittura fanno fare investimenti all'estero ai propri genitori per farsi aprire piccole attività da seguire: baretti sulle spiagge del Costa Rica, business in Sud America, oppure il baracchino in Spagna.

Chissà se la generazione dei cinquantenni sarebbe spendacciona o parsimoniosa.

Ma ricordiamoci bene che dopo aver speso tutti i contributi non rimarrebbe più nulla, neppure quella pensione che per i più è pari a 150/200 euro al mese. I giovani italiani invece fanno bene a lavorare, in Italia oppure fuggendo proprio a Londra, ma a loro non conviene dare troppo peso a questa originale riforma londinese, perché in pensione (forse) non ci andranno mai.

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