L'oscura pista del Vaticano dietro la morte di David Rossi

Nella vicenda del capo comunicazione di Mps potrebbe entrarci pure lo Ior. Ecco gli indizi su cui nessuno ha indagato

L'oscura pista del Vaticano dietro la morte di David Rossi

Tra le ombre intimidatorie che da anni fanno da sfondo alla morte sospetta del manager del Monte dei Paschi di Siena ci sarebbe anche il Vaticano. Ma cosa c’entra la curia con il probabile omicidio di David Rossi? Andiamo con ordine e partiamo dall'inizio.

Tutto parte con la trasmissione Report, che si era occupata dell’inchiesta sulla morte di Rossi e aveva intervistato un monsignore che, sfruttando l'anonimato, aveva confessato l’esistenza di quattro conti presso lo Ior, ovvero la banca del Vaticano. Questi conti, secondo la testimonianza, serebbero stati formalmente intestati ad enti religiosi ma in pratica erano riconducibili a uomini del Monte dei Paschi di Siena. La stessa fonte disse anche che c'erano stati degli incontri presso la banca Vaticana e che a recarsi lì era stato, ai tempi, l’ex presidente di Mps, Giuseppe Mussari, accopagnato però dal capo delle relazioni esterne, David Rossi. Mussari si trovava a capo della banca proprio nel momento in cui Mps concluse la spericolata acquisizione di banca Antonveneta che fece sprofondare il Monte dei Paschi nel vortice mediatico sugli scandali finanziari legati proprio a quell’operazione. David Rossi era uno dei suoi più stretti collaboratori. Lavoravano assieme da circa dieci anni, tanto che i due avevano instaurato un rapporto non solo da colleghi ma anche di amicizia.

Ma perchè alcuni uomini di Mps avrebbero avuto dei conti intestati ad enti religiosi alla banca del Papa? E cosa andavano a fare Mussari e Rossi allo Ior? I racconti della fonte anonima arricchivano di punti interrogativi la vicenda del manager volato dalla finestra in circostanze già sospette. Ma nessuno riuscì a dare una spiegazione a quelle strane informazioni passate dagli uomini della curia e oggi, quella del Vaticano, rimane una pista su cui nessuno ha mai voluto fare chiarezza. Qualcuno in realtà ci aveva provato a cercare conferme alla bomba lanciata da Report. Le Iene cercarono conferme in uno dei banchieri più potenti d’Italia: Ettore Gotti Tedeschi. Ma per capire cosa possa c'entrare quest’uomo in tutta questa storia dobbiamo fare un passo indietro.

Prima, durante e dopo essere stato il capo della banca del Vaticano, Ettore Gotti Tedeschi, è stato il massimo rappresentante di banco Santander. La banca che ha fatto l’ottimo affare rifilando al Monte dei Paschi di Siena Banca Antonveneta. Per dirla tutta, Gotti Tedeschi spiegò al giornalista de Le Iene che tutto ciò che avrebbe voluto fare, anni addietro, era proporre a Santander una banca italiana. Banca Antonveneta non andava bene. Non aveva valore. Non l’avrebbe voluta nessuno. Così, quello a cui sarebbe voluto arrivare Gotti Tedeschi, e che propose di fare al Monte dei Paschi, era fondere Mps e Banca Antonveneta. Secondo i racconti del banchiere però, la decisione di passare dalla fusione all’acquisizione fu voluta dalla Fondazione che, in quel momento, aveva molto potere sulla banca. Tanto da non volerne perdere il controllo. Ad ogni modo, l’operazione fu la rovina (momentanea) del Monte dei Paschi di Siena. Antonveneta, che all’epoca era una banca dal valore di appena sei miliardi, venne comprata nel 2007 da Giuseppe Mussari che ne spese nove. A quei nove miliardi si sono poi aggiunti i debiti che già aveva, fino ad arrivare ad un totale di 16 miliardi di euro spesi.

Di quell’operazione distruttiva, che ha portato il Monte dei Paschi ad affrontare la tormenta qualche tempo dopo, Gotti Tedeschi seguì ogni singolo movimento. Ma in fondo, non è questo che può far pensare che l’uomo conoscesse David Rossi. A destare ulteriori sospetti è stato infatti un semplice bigliettino evidenziato da Le Iene nelle foto scattate dalla scientifica il giorno dopo il dissequestro dell’ufficio di Rossi. Tra i documenti posti sulla scrivania spunta un post it con scritto, a mano e con il pennarello, il nome del capo della banca del Vaticano. Sotto, il suo numero di cellulare. Perché Rossi aveva il numero di Gotti Tedeschi? I due si erano sentiti? C’entravano qualcosa i conti allo IOR? Le domande iniziarono a moltiplicarsi e i sospetti ad essere sempre più forti.

RossiGrafica

Intervistato dal giornalista Monteleone, Gotti dichiarerà di non aver mai conosciuto David. L’uomo ha sempre detto di non saperne niente della storia del capo della comunicazione di Mps e di non ricordare neanche se, anche solo per caso, si fossero mai incontrati. L’ex presdiente dello Ior dichiarerà non essere nemmeno a conoscienza di quanto è stato riportato all’interno di un’annotazione di polizia giudiziaria della guardia di finanza nella quale una fonte confidenziale parla di quattro conti riconducibili a uomini di Mps e riferiva di una presunta tangente relativa all’acquisizione di banca Antonveneta da parte del Monte dei Paschi di Siena transitata sui conti correnti accesi presso lo Ior. Anche quell’inchiesta della guardia di finanza non è mai riuscita a confermare quanto dichiarato da “la fonte confidenziale”.

Sebbene Gotti Tedeschi non dichiarerà mai di sapere qualcosa, ciò che arriverà a dire sarà molto più preoccupante. L’ennesima pugnalata per la famiglia di David. L’ennesimo indizio che apre nuovi scenari. L’uomo dichiarerà, infatti, di non far fatica a credere che quei conti siano esistiti davvero. Forse si tratterebbe di tangenti. Solo supposizioni, sia chiaro, ma per Gotti niente è impossibile se si parla di curia vaticana. E chi meglio di lui potrebbe sapere cosa si nasconde in quell’ambiente oscuro dove lui stesso ha transitato per anni? Durante i suoi racconti l'uomo farà intendere che qualcuno all’interno della curia sarebbe stato capace perfino di commissionare un omicidio. Motivo per cui, quando era presidente dello Ior, era stato incaricato da Papa Benedetto XVI di “ripulire” l’Istituto per le Opere Religiose e non si sarebbe mai occupato dei conti né tantomeno di scoprire gli intestatari di questi. Come se questo potesse esporlo a qualsiasi rischio. Perchè lì c’erano persone in qualche modo pericolose.

“Quando venni a conoscenza di queste affermazioni rimasi scioccata. E i dubbi su questa pista ancora aperta mi hanno spinto a fare un appello al Papa in persona. In cui io chiedevo che si sciogliesse dal segreto queste persone perché potessero dire quello che sapevano, ci dice Carolina Orlandi, che poi ammette: “Io non so se lo Ior abbia a che fare con la morte di David".

Di fatto, nessuno può saperlo. Perchè nessuno ha mai indagato su questa pista che rimane ancora tutta da scoprire. Ancora oggi, nessuno ha mai risposto all’appello di Carolina. “Da parte dello Ior e del Vaticano nessuno si è fatto vivo"

Vai allo speciale sulla morte di David

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