Pensiamo per un secondo di avere a disposizione una pillola, quasi magica, capace di cancellare i ricordi, non quelli belli, quelli brutti. Quei ricordi dolorosi che ci portiamo dentro tutti. Quelli che ci fanno male nonostante il tempo, che ci tolgono d'improvviso il sorriso quando riaffiorano, che ci svegliano di notte. Pensiamo di poter dimenticare quell'amore che ci ha fatto male e, con esso, tutto il rumore di fondo che si genera quando ci manca una persona che abbiamo perso per sempre.
Dopo aver provato a immaginare tutto questo vi chiedo: la prendereste questa pillola magica? Non rispondiamo ora a questa domanda, ricordiamola. Non stiamo parlando di realtà distopiche immaginate in qualche film, stiamo parlando di qualcosa che si avvicina alla realtà. Le evidenze scientifiche che arrivano da studiosi come Alain Brunet, docente di psichiatria alla McGill University e ricercatore al Douglas Research Center di Montreal, spiegano come la manipolazione della memoria possa essere un traguardo sempre più vicino. Tecnicamente non si tratta ancora di una cancellazione della memoria, bensì di una modulazione delle sensazioni associate a quel ricordo. Attraverso sessioni di psicoterapia precedute dall'assunzione di un farmaco (il propranololo) si riuscirebbe a modulare il dolore associato ad un evento. Il ricordo smette di fare male. Questo sembra poter essere un importantissimo strumento a supporto alle terapie tradizionali per la cura di psicopatologie derivanti da gravi traumi psicologici come il disturbo post traumatico da stress. In questi casi, chi ha subito o anche solo assistito a gravi eventi traumatici (veterani di guerra, superstiti di incidenti, di catastrofi e di attentati), è come se non riuscisse più a vivere nel presente. Come se il tempo si fosse fermato. La «chirurgia della memoria» allevierebbe le sofferenze dei pazienti e fornirebbe un valido contributo per il disturbo. Ma, come a volte accade negli eccessi o negli abusi della chirurgia estetica, un uso improprio di questa terapia potrebbe deturpare irrimediabilmente la «bellezza» di ognuno. Noi siamo il nostro corpo, il nostro volto, e allo stesso tempo i nostri ricordi. La memoria è una delle tante facoltà dell'essere umano. Come per magia siamo in grado di rievocare eventi passati dando vita alle immagini del nostro vissuto. E quante volte da bambini siamo cresciuti grazie a questa magia che ci ha ricordato di non mettere le mani nell'acqua bollente? Ogni errore commesso ci ha insegnato qualcosa perché lo abbiamo potuto ricordare. La memoria è un contenitore di noi stessi, del nostro linguaggio, dei nostri vissuti e delle nostre emozioni. Perché dimenticare gli errori e ciò che abbiamo fatto per superare le sofferenze passate? Perché dimenticare ciò che ci rende grandi? Perché dimenticare ciò che ci rende propriamente noi stessi? La connessione tra memoria e identità personale è inscindibile. Cancellare un ricordo negativo farebbe perdere tutto il lato positivo che l'ha preceduto o seguito. La manipolazione impropria della memoria rischierebbe di modificare e di alienare ciò che siamo o, meglio, chi siamo. I ricordi, seppur a volte tinti di paura e sofferenza, sono gli elementi fondamentali per la nostra sopravvivenza perché ci indirizzano nelle scelte e nelle azioni future. Inibirli tramite l'oblio indotto vorrebbe dire perdere del tutto questa capacità. Non possiamo tagliarli con l'accetta. Si rischia di perdere la quotidiana capacità di adattamento derivante dalle esperienze. La mente umana è un sistema complesso e dinamico, ma la consapevolezza che ne deriva è ciò che consente a ognuno di noi di intraprendere un percorso di costante evoluzione.
Ora, avendo compreso i possibili vantaggi e utilità nella terapia medica per la cura di certe patologie, dovremmo anche aver compreso i rischi correlati a un abuso o a un utilizzo indiscriminato della terapia dell'oblio. In conclusione, vi chiedo ancora: prendereste questa pillola?
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.