La madre maltratta il figlio e a risponderne è anche il padre, che viene condannato perché non ha impedito il pestaggio brutale al piccolo di soli sei mesi, che lo aveva addirittura ridotto in fin di vita. Questa la decisione dei giudici della Cassazione che hanno definitivamente condannato l’uomo.
La madre aveva picchiato selvaggiamente il figlio
o selvaggiamente il figlioIl fatto risale all’agosto del 2010 quando, in un’abitazione di Gioia del Colle, in provincia di Bari, si erano verificate numerose percosse ai danni di un neonato. A ridurre il piccolo in fin di vita era risultata poi la madre che da mesi sfogava la sua ira sul piccolo. La terribile vicenda era venuta a galla quando il padre della vittima aveva portato il bimbo in ospedale. I medici della struttura ospedaliera, che avevano in quella occasione visitato il paziente, avevano riscontrato sul suo corpicino molte fratture e diverse bruciature dovute, come scoperto in seguito, a una sigaretta accesa. Il bambino era stato quindi ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale pediatrico di Bari, il Papa Giovanni XXIII.
I medici intanto avevano richiesto l’intervento delle forze dell’ordine per quelle sospette ecchimosi e lesioni multiple che non potevano certo essere state causate da una semplice caduta. I due genitori, una 28enne di origini brasiliane e un artigiano 35enne, erano quindi stati portati in Questura per essere interrogati. Davanti agli inquirenti la donna aveva alla fine scagionato l’uomo ammettendo di essere lei la sola colpevole. La madre era poi stata condannata per maltrattamenti e lesioni gravissime. Anche il padre però è stato in seguito ritenuto colpevole di non aver impedito il pestaggio da parte della compagna.
Anche il padre è colpevole
Adesso la Cassazione ha condannato in via definitiva il padre, certificandone le responsabilità. I magistrati hanno sottolineato che “le condizioni di salute del bambino si presentavano gravissime, al momento dell'intervento dei medici, essendo caratterizzate da più fratture, da una condizione generale di malnutrizione e da cicatrici frutto di bruciature di sigarette”. Queste terribili e gravi ecchimosi venivano viste perfettamente anche a occhio nudo.
Proprio per questo motivo risulta impensabile che l’uomo non si fosse mai accorto di come la donna picchiasse selvaggiamente il piccolo. Le conseguenze fisiche sul corpo del bimbo e gli evidenti segni di maltrattamenti sul suo corpicino non potevano e non dovevano essere ignorati dal padre.
Il legale dell’uomo ha provato a difendere il suo assistito sottolineando il suo “impegno lavorativo che tratteneva l'uomo fuori casa per lungo tempo”. Tesi che i giudici non hanno accettato. L’uomo avrebbe dovuto fare tutto il possibile per fermare la donna e il suo accanimento contro il loro figliolo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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