Salvature Buzzi, figura chiave nel processo di Mafia Capitale ed ex ras delle cooperative romane, va ai domiciliari. La terza sezione della Corte d'Appello di Roma, infatti, ha accolto l'istanza presentata dai legali del condannato.
Buzzi ha ottenuto gli arresti domiciliari dopo che la sentenza della Corte di Cassazione ha fatto cadere le accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso. Così, si sono attenutate le esigenze cautelari. A spiegarlo è la stessa Corte d'Appello di Roma, che per motivare la decisione scrive di aver disposto i domiciliari, avendo "ritenuto che il lungo periodo di custodia inframuraria consente di poter ragionevolmente di ritenere in qualche misura attenuate le originarie esigenze cautelari, stante l'intervenuto ridimensionamento di taluni profili di particolare gravità delle originarie contestazioni, fermo restandone comunque l'intrinseco disvalore notevolmente elevato dei fatti; ritenuto che in tale situazione può ritenersi adeguata la meno gravosa misura degli arresti domiciliari presso la residenza familiare in Roma".
La decisione è stata presa anche in considerazione del fatto che Buzzi ha ammesso i reati di corruzione, che secondo la Corte rappresentano una "cesura con il passato deviante foriero di pericolosità sociale". Inoltre, come riferisce Agi, l'associazione a delinquere di cui faceva parte è stata eliminata del dicembre del 2014, "quando furono eseguiti gli arresti, e quindi sono trascorsi ben cinque ani dalla data in cui è cessato il vincolo associativo". Il prossimo 16 gennaio cadranno i termini di custodia massima nei confronti di Buzzi. Per cui la Corte ha ritenuto "che la misura restrittiva abbia già concretamente garantito tutte le esigenze cautelari ravvisate in questi anni. Il suo protrarsi finirebbe per integrare una punizione ulteriore".
Soddisfatti gli avvocati dell'ex personaggio chiave del Mondo di Mezzo: "Finalmente è stata riconosciuta l'effettiva entità dei fatti contestati a Buzzi e quindi oggi è giusto che la carcerazione sia revocata", hanno dichiarato i suoi legali.
Salvatore Buzzi era finito in carcere il 2 dicembre del 2014, dopo un'indagine che aveva portato all'arresto di decine di persone e a centinaia di indagati.
Figura centrale dell'associazione era Massimo Carminati e, proprio da una sua intercettazione era stato dato il nome di Mondo di Mezzo all'operazione: "Ci stanno i vivi sopra e i morti sotto e noi stiamo nel mezzo", spiegava.Nell'aprile 2017, la procura chiede la condanna di Buzzi a 26 anni e 36 mesi di reclusione e, il 20 luglio dello stesso anno, i giudici del tribunale di Roma lo condannano a 19 anni di carcere.
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