Proseguono le indagini della procura di Pescara sulla tragedia di Rigopiano. È stato accertato che la turbina finita nel mirino degli investigatori era rotta dal 6 gennaio scorso. Il mezzo in realtà è un Unimog.
Oggi i pm titolari dell’inchiesta, il procuratore aggiunto Cristina Tedeschini e il sostituto Andrea Papalia, scortati dai carabinieri che si occupano delle indagini, hanno fatto un sopralluogo tecnico sul posto della tragedia. Sono state fatte foto e filmati. Al vaglio della procura anche se lo sfruttamento boschivo della zona possa aver inciso sulla potenza della valanga. Sempre oggi, i carabinieri forestale hanno ascoltato quattro persone in qualità di persone informate sui fatti. In particolare, l’audizione ha riguardato il Piano neve della Provincia di Pescara, che ieri è stato acquisito dai carabinieri forestale.
Acquisiti ieri anche i bollettini Meteomont - servizio nazionale di prevenzione neve e valanghe - trasmessi alla prefettura che indicava livello 4 su una scala di 5 nella zona del Gran Sasso. Al momento non ci sono indagati e le ipotesi di reato sono omicidio plurimo colposo e disastro colposo.
E in questo quadro emergono alcune mail inviate e ricevute dall'hotel prima del disastro: "Vi comunichiamo che a causa degli ultimi eventi la situazione è diventata preoccupante. In contrada Rigopiano ci sono circa 2 metri di neve e nella nostra struttura al momento 12 camere occupate (oltre al personale). Il gasolio per alimentare il gruppo elettrogeno dovrebbe bastare fino a domani, data in cui ci auguriamo che il fornitore possa effettuare la consegna. I telefoni invece sono fuori servizio. I clienti sono terrorizzati dalle scosse sismiche e hanno deciso di restare all'aperto. Abbiamo cercato di fare il possibile per tranquillizzarli ma, non potendo ripartire a causa delle strade bloccate, sono disposti a trascorrere la notte in macchina. Con le pale e il nostro mezzo siamo riusciti a pulire il viale d'accesso, dal cancello fino alla Ss42. Consapevoli delle difficoltà generali, chiediamo di predisporre un intervento al riguardo. Certi della vostra comprensione, restiamo in attesa di un cenno di riscontro", aveva scritto la direzione dell'albergo, come mostra il Centro, che pubblica la mail.
Ma a quanto pare la Provincia di Pescara sapeva già dei problemi di Rigopiano dalle 7 del mattino. La Provincia di Pescara era stata informata del fatto che per raggiungere l'hotel Rigopiano era necessaria una turbina. "A Rigopiano non si va", viene riferito da un dirigente nella Sala Operativa. Gli spazzaneve erano al lavoro dalle 3,00 e si erano dovuti fermare ad un bivio che porta all'hotel. A questo punto scatta la ricerca di una turbina. Una era davvero vicino a Farindola.
Per tutta la mattina e il pomeriggio del 18 gennaio, come riporta Repubblica, ha viaggiato tra i comuni di Penne e Guardiagrele, triturando migliaia di tonnellate di neve. Ma nessuno l'ha deviata in tempo su Farindola. E quando viene rintracciata forse è troppo tardi...
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