Manager Ansaldo gambizzato, due arresti a Torino

Stavano per lasciare l'Italia. Incastrati dai filmati delle telecamere. Era nel mirino già dal 2009

Manager Ansaldo gambizzato, due arresti a Torino

In un blitz nella notte i carabinieri del Ros e gli uomini della Digos di Genova hanno arrestato, a Torino, due anarco-insurrezionalisti piemontesi accusati di aver preso parte all’agguato del 7 maggio scorso ai danni dell’ingegnere Roberto Adinolfi, 59 anni, amministratore delegato dell’Ansaldo Nucleare (di Finmeccanica). Sono Nicola Gay (35 anni) e Alfredo Cospito (46). È indagata, ma non fermata, la compagna di Cospito. Perquisizioni sono in corso a Bordighera, Cuneo e Pistoia. Al setaccio delle forze dell'ordine non solo residenze private ma anche centri di aggregazione di area anarchica. I due uomini fermati stavano per lasciare l'Italia. I reati contestati a Gai e a Cospito sono "attentato all'incolumità personale con finalità di terrorismo, lesioni personali gravi, porto illegale di arma e furto del ciclomotore utilizzato in occasione dell'agguato".

I due anarchici sono stati identificati studiando i filmati delle videocamere poste davanti alla caserma dei Nas di Genova, nella zona della stazione di Brignole, non lontana dal luogo dove gli attentatori abbandonarono lo scooter usato per l’agguato. I due, avviandosi a piedi alla stazione, si sarebbero tolti il casco senza accorgersi delle telecamere. L’identificazione è stata possibile grazie alle comparazioni delle segnaletiche della Digos. Secondo gli inquirenti Adinolfi era nel mirino degli anarchici dal 2009.

Caccia al basista

Sul caso Adinolfi è caccia al basista genovese: gli investigatori sono convinti che Cospito e Gai non abbiano agito da soli. Per questo stanno cercando di risalire a chi ha ospitato i due nei giorni precedenti o subito dopo l'attentato, e anche nei vari sopralluoghi. Gli inquirenti concentrano le loro attenzioni sulla “cellula" genovese del movimento anarco-insurrezionalista.

 

L'attentato

A sparare ad Ansaldo, nel quartiere genovese di Marassi, fu un uomo che aspettava il manager sotto casa, mentre un complice lo attendeva su uno scooter con cui poi i due si dileguarono. Il motorino era stato poi ritrovato poche ore dopo. Per la gambizzazione fu utilizzata una pistola Tokarev calibro 7.62, un'arma solitamente utilizzata dalle forze armate dei Paesi dell'Est. Adinolfi fu colpito al polpaccio destro. L’attentato era stato rivendicato quattro giorni dopo, l’11 maggio, dalla Federazione anarchico informale (FAI)
con un comunicato spedito da Genova alla sede del Corriere della Sera in via Solferino a Milano. "Abbiamo azzoppato Adinolfi, uno dei tanti stregoni dell’atomo" era scritto nel testo, firmato "Cellula Olga", in riferimento a Olga Ekonomidou, membro del movimento di "Cospirazione delle cellule di fuoco/Fai-Fri (Fronte Rivoluzionario Internazionale). La donna era stata arrestata lo scorso 4 gennaio.

Il ministro Cancellieri

Con una telefonata al capo della Polizia e al Comandante generale dei Carabinieri,il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri si è congratulata per l'arresto dei due presunti terroristi: "Grande soddisfazione per l’operazione di oggi che rappresenta un successo di alto livello conseguito attraverso una complessa e articolata attività di indagine svolta da un gruppo investigativo costituito ad hoc che ha lavorato in stretto contatto con la magistratura". 

Caselli: nessun legame coi No Tav

"Non c'è collegamento tra i due arrestati e gli estremisti No Tav", ha detto il procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli, durante la conferenza stampa a Genova. "I due arrestati manifestano infatti ostilità e diffidenza verso quei movimenti, che definiscono movimenti di ribellione".

Adinolfi: ringrazio tutti

"Ringrazio tutti": questo il commento dell'ingegner Roberto Adinolfi alla notizia del fermo di

due persone ritenute responsabili dell'attentato di cui lui fu vittima il 7 maggio scorso. In una breve dichiarazione, diffusa da Ansaldo Energia, Adinolfi ribadisce lo "sbigottimento per un atto che non trova spiegazione".

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