Roma: nuova metropolitana sott’acqua. E domani l’inaugurazione, dopo la “figuraccia” dell’11 ottobre quando, a tre giorni dal taglio del nastro, il no del ministero dei Trasporti fece fare un passo indietro. Mancavano le condizioni di sicurezza per mettere in esercizio la nuova linea Pantano-Centocelle. A rischio, in particolare, il funzionamento del driverless, ovvero il sistema di guida senza conducente targato Ansaldo.
Insomma, quando sembrava che tutto fosse risolto, prima dell’entrata in funzione ufficiale, due stazioni, Giardinetti e Grotte Celoni, non hanno retto al temporale e si sono allagate. Accade anche questo al trasporto pubblico della capitale, il più contestato d’Italia stando a quanto raccontano gli utenti “malcapitati”, costretti a subire quotidianamente disagi a non finire. Un sistema integrato per alcuni meglio definito “un girone dei dannati”.
La nuova metropolitana, linea C, non è altro che l’ammodernamento della vecchissima tramvia dei Castelli, completata nel 1916 e inspiegabilmente chiusa nel 1980. Altri due anni e il sindaco avrebbe “inaugurato” la tratta un secolo dopo la vera realizzazione. Tant’è. I costi? Viene paragonata al Mose di Venezia: il primo appalto viene aggiudicato per 2,7 miliardi di euro per l’intera tratta (25,6 chilometri), a causa di varianti imposte dal Comune alla società Metro C in pochi anni i costi salgono a 3,7 miliardi di euro.
Si prevede una spese finale che sfiora i sei miliardi di euro. Com’è possibile? Se lo chiedono con una denuncia di 60 pagine presentata in Procura i radicali Riccardo Magi e Antonio Tamburrino. Una storia lunga. I lavori della C cominciano nel 2006: 25 fermate (per ora solo 15), fra Montecompatri/Pantano e Parco di Centocelle. Entro l’anno, promettono, se ne aggiungeranno altre 6, da Parco di Centocelle alla fermata Lodi. Mancherebbe ancora il nodo di scambio a San Giovanni, dove la “nuova” linea incrocia la metro A, inizialmente programmata per il 2011, oggi prevista per il 2015.
Le ultime fermate, che arriveranno ai Fori Imperiali/Colosseo (incrociando la linea B), non saranno pronte prima del 2020. Piazza Venezia, infine, è ancora in fase di progetto. Insomma, un cantiere infinito. La linea B, la prima realizzata, entra in funzione nel 1955, sorpassando la linea A inaugurata invece nel 1980, con 25 anni di ritardo ma completata solo negli anni ’90. Con questa nuova linea si arriva a un totale di 53,4 chilometri (meno di un chilometro l’anno), 67 stazioni di cui 51 sotterranee. Dalla vecchia Stefer passando per Me.tro.: dal 2010 anche la metropolitana è gestita dall’Atac, la stessa municipalizzata dei bus. Un cambio direzionale che non migliora la qualità del servizio. Anzi.
E a Roma i pendolari si fanno forza fra loro e si scambiano messaggi con le informazioni utili. Una specie di mutuo soccorso tra disperati che ogni giorno cercano di raggiungere una meta sempre più lontana. “Su ogni bus #Atac ci vorrebbe la scritta: può nuocere gravemente alla salute. Astenersi dal servizio se non in caso di assoluta necessità!” scrive evap. su il blog odisseaquotidiana.it, uno dei tanti siti che “aiutano” i romani a sopravvivere nella giungla dei mezzi pubblici. Tre metropolitane a dir poco insufficienti per la capitale, “nate sottodimensionate” dicono gli urbanisti, “inefficienti”, per non dire peggio, secondo i viaggiatori. “Ignaziomarino non amo fare il polemico ma è la terza volta in 5 giorni che la #metrob è fortemente rallentata... Facciamo qualcosa? Grazie!” chiede Andrea su un altro sito. Sempre su odisseaquotidiana.it scrivono: “oggi (giovedì ndr) (la fermata) Repubblica chiusa causa danni dovuti al maltempo, la Roma-Lido è già tanto che cammini ma il servizio è rallentato.
Ma parliamo anche degli autobus. Quali? Esatto oggi c'è stato qualche piccolo problema con i mezzi di superfice”. Kepravas informa: “Gli autobus non passano al Colosseo… notizie almeno di Caronte?”. “Io ho dovuto abbandonare la fermata metro Colosseo e consiglio Piramide” sopraggiunge Roberta T. “#atac normalità è: impiegare un’ora e 25 minuti per percorrere 4 km (Asmara-San Claudio) in una capitale quando piove” sostiene morronci. Insomma, a poche ore dall’inaugurazione della tanto attesa metro C i problemi del trasporto pubblico a Roma restano gli stessi. Un malato gravissimo il sistema integrato di bus, metro, pullman e treni vari che quotidianamente portano nel cuore della capitale oltre un milione di pendolari, tra lavoratori e studenti, costretti a subire ritardi infiniti e servizi da Terzo Mondo.
Treni fermi, informazioni inesatte o, addirittura, nulle. “Quando veniamo avvisati che la metro viaggia con decine di minuti di ritardo è troppo tardi” dice Lisa, 56 anni, impiegata Asl. “Ce ne siamo accorti” il commento più benevole dei passeggeri. C’è chi è costretto a timbrare il cartellino con una media di 40 minuti di ritardo ogni giorno, o quasi. “Mi tocca uscire di casa un’ora prima dell’orario previsto” spiega Mauro, residente a Bracciano, addetto alla vigilanza in un grande magazzino nel quartiere Prati. “Solitamente - continua - per arrivare in zona alle 8 dovrei uscire alle 6 e un quarto, sei mezza al massimo, quasi due ore prima di entrare al lavoro. In realtà se non esco alle 5 e trenta, sperando di partire dalla stazione verso le 6, non faccio in tempo”.
Com’è possibile? Provare per credere. Sono le ore 6,30, Mario ha un collega che da Bracciano si avvicina alla stazione di Cesano di Roma con l’auto. Questo perché da Cesano i treni per la capitale sono più frequenti. La linea è quella regionale delle ferrovie italiane, Trenitalia, integrata con Cotral e Atac. Il parcheggio di Cesano è stracolmo ma, sono le 6,55, Mario e l’amico riescono a superare i tornelli e salire sul treno diretto delle ore 7. Se tutto va bene intorno alle 7,45 si arriva alla stazione di Valle Aurelia. Da lì bastano tre fermate sulla metro A e si arriva a destinazione, “Lepanto”.
Invece no. “Il treno xyz è stato soppresso, si pregano i viaggiatori di salire sul treno zyx in partenza sul binario 3” gracchiano gli altoparlanti interni. In pratica un convoglio zeppo di gente si riversa su un altro convoglio stracolmo di altre persone. Risultato? Un calvario fra spintoni, nervosismi e malesseri. Alla terza fermata un controllore, facendosi largo fra viaggiatori disperati, aziona l’aria condizionata. La temperatura interna ai vagoni è di 40 gradi e un paio di persone si sentono male. Dopo un’altra mezz’ora e, finalmente, si arriva a destinazione. Sono le 7,50. Mario farà tardi come al solito. “È così praticamente ogni giorno” il suo commento, oramai, rassegnato.
Sempre sul blog, Balanzone24 riprende lo slogan elettorale del sindaco ciclista: "#metrob #roma fortemente rallentata....e pure oggi 20 minuti di permesso...daje”. “#roma #atac ho un bus tra 16 minuti e uno tra 52. Si stava meglio ieri. #prefettotiamo” PatriziaS. “Ma il mio abbonamento vale anche per l'arca di Noè?” andrea_m. “Comunque non è che #atac funziona male xk piove, l’Atac funziona male 365giorni l'anno. La #pioggia è solo un'aggravante!” (desyranzi). “In questo #tram19 eravamo pochi. Pochi milioni. Grazie #atac. #buongiornounc…” stregaL. “Sto uscendo. Mi confermate che è tutto allagato? Non vorrei avere sorprese” coridep71.
538em;"> Stefano Pedica, Pd Lazio, avverte il primo cittadino, suo compagno di partito: “Marino ci pensi bene prima di inaugurare la nuova metro C e si faccia dare le dovute garanzie sulla sicurezza. Se il buon giorno si vede dal mattino, c’è il rischio che la nuova linea abbia le stesse caratteristiche delle sue colleghe più vecchie: ci piove dentro. Basta con le stazioni colabrodo”.
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