“Non creiamo allarme, ma è giusto che se ne parli, anche per informare la gente riguardo a questa malattia. Di meningite si muore”. È netto Fabrizio Ernesto Pregliasco, medico specializzato in prevenzione e tossicologia. Attualmente è ricercatore del dipartimento di scienze biomediche dell’università di Milano e direttore sanitario dell’istituto Galeazzi sempre a Milano. Il problema è che nell’ultimo fine settimana ci sono stati altri tre casi: un calciatore dilettantistico del piacentino di 33 anni è morto il 16 marzo in ospedale, una ragazza di 27 anni non vaccinata risulta contagiata dal 17 marzo in provincia di Pisa, mentre un 56enne ha contratto il meningococco B in provincia di Massa Carrara il 18. In un’Italia spesso preda, anche a causa di “bolle” mediatiche”, di psicosi da virus, bastano casi ravvicinati a creare l’allarme meningite.
Le cifre non destano allarme?
“No, si è trattato di un cluster, di un picco, in Toscana nel biennio 2015-2016 (61 casi di meningite da meningococco C, ndr). Casi particolari dovuti a una variante aggressiva presente in una parte del territorio di quella regione. Ma i casi di meningite in Italia sono circa un migliaio all’anno, 200 dei quali derivano da meningococco, con un indice di mortalità pari al 10%. Questi dati sono stabili”.
Cosa intendiamo con meningite?
La meninge è l’ultima difesa dell’encefalo, cioè la parte del sistema nervoso centrale che si trova nel nostro cranio. La meningite è un’infiammazione di questa difesa che espone a rischi infettivi l’encefalo. La malattia è scatenata da una reazione immunitaria dell’organismo che cerca di difendere il sistema nervoso centrale”.
Cosa provoca quest’infezione?
“Decine di batteri. Il più conosciuto mediaticamente è il meningococco di tipo C. Ci sono meningococchi di tipo B, di tipo WW, Inoltre abbiamo anche batteri scatenanti come il pneumococco e l’haemophilus influenzae. Il meningococco ha una velocità di contagio superiore a tutti, mentre gli altri sono legati più a caratteristiche personali del contagiato”.
Come si propaga la meningite?
“La meningite da meningococco si contagia come l’influenza. Via respiratoria, contatto diretto, saliva. L’unica profilassi, vaccino a parte, è lavarsi accuratamente le mani e prestare particolare attenzione nei luoghi affollati e aperti al pubblico. Poi c’è il problema dei portatori sani e inconsapevoli di questo batterio, il 5% della popolazione italiana, oltre 3 milioni di persone”.
Quali sono i sintomi della meningite?
“Sale improvvisa una febbre da cavallo, si è soggetti a vomito, non si riesce praticamente a muovere il collo e il corpo si copre di macchie rosse, le cosiddette petecchie. Ai primi sospetti meglio rivolgersi quanto prima al medico di base o, meglio ancora, al pronto soccorso più vicino”.
Il vaccino è gratuito o a pagamento?
“Si sta allineando un piano nazionale per cui i bambini entro il primo anno di vita saranno sottoposti a vaccinazione per quanto riguarda la meningite da meningococco di tipo B.
Per gli adolescenti da 6 sino a 12 anni sarà previsto un vaccino quadrivalente. Poi ogni regione si regola a modo suo. Ad esempio la Lombardia ha sancito che il vaccino è gratuito per tutti gli adolescenti. Gli altri possono vaccinarsi a pagamento tramite il Servizio Sanitario Nazionale”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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