Sbarca tra i migranti dell'Ong. Marocchino subito arrestato

Mehdi Rahmouni si nascondeva tra i migranti soccorsi dalla Ong spagnola. Arrivato a Messina, è stato bloccato: due anni fa era stato espulso dall'Italia. Arrestato anche uno scafista sbarcato dalla Sea Watch 3

Sbarca tra i migranti dell'Ong. Marocchino subito arrestato

È attraccata mercoledì pomeriggio a Messina e ha lì fatto sbarcare i 122 migranti che aveva soccorso nei giorni precedenti in acque internazionali. Un'operazione, quella della nave della Ong spagnola Open Arms, ha creato non poche polemiche. "Come sempre sono fuggiti per diverse ragioni, la fame, guerra, per tentare di trovare una vita migliore. Sono diverse storie ma tutte hanno un punto comune, la violenza brutale in Libia", aveva dichiarato Anabel Montes capo missione di Open Arms.

Tra i migranti soccorsi, c'erano due donne in gravidanza, tre famiglie con bambini, neonati e bimbi di pochi anni. Insieme a loro anche Mehdi Rahmouni. Un nome che ai più non dice nulla, ma alle forze dell'ordine era noto. Il 30enne marocchino era già stato espulso due anni fa dal territorio nazionale. E mercoledì ha cercato di rientrare in Italia, nascondendosi tra i migranti soccorsi al largo della Libia. L'uomo è sbarcato a Messina insieme ad altri 121 migranti, ma è stato subito identificato e bloccato.

A attendere la nave della Ong al molo Norimberga, c'erano anche gli investigatori della Squadra mobile che, al termine delle operazioni di sbarco, hanno fatto scattare le manette ai polsi del 30enne per reingresso illegale sul territorio nazionale. Dagli accertamenti è emerso che Mehdi Rahmouni era stato raggiunto, a gennaio 2018, da un decreto di espulsione con divieto di reingresso in Italia per un periodo di 5 anni.

Nonostante tutto, il cittadino marocchino ha cercato di tornare in Europa e così si è rimesso in mare e ha provato a nascondersi tra i migranti. La nave Open Arms è subito intervenuta in soccorso delle persone intercettate su imbarcazioni carenti di dotazioni di sicurezza e, in seguito alle richieste avanzate, è stato autorizzato lo sbarco in Sicilia. "Italia assegna a Open Arms Messina come porto sicuro. Un grande sollievo per le persone soccorse e anche per l'equipaggio", avevano annunciato su Twitter dalla Ong. E così la nave è attraccata a Messina e i migranti sono scesi a terra. Ed è lì che è stato identificato Mehdi Rahmouni.

Al termine delle operazioni di sbarco e di tutti i controlli del caso, il 30enne marocchino è stato bloccato e arrestato per reingresso illegale sul territorio nazionale. Dopo le formalità di rito, l'uomo è stato condotto nelle camere di sicurezza della Questura di Messina a disposizione dell'autorità giudiziaria.

Fermato un presunto scafista

A finire in manette, non solo il marocchino sbarcato dalla Open Arms. Ieri a Taranto è attraccata la Sea Watch 3 che ha fatto scendere a terra 119 migranti. Dopo le operazioni di sbarco, le forze dell'ordine hanno arrestato un presunto scafista, ritenuto appartenente alle organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di esseri umani dalla Libia.

Si tratta di un 20enne del Gambia che secondo gli investigatori aveva condotto il gommone carico di migranti, intercettato in acque internazionali. Durante le fasi di salvataggio, il giovane era stato visto dare disposizioni e calmare, con modi autorevoli, i migranti. Così, dopo che la nave della Ong è arrivata a Taranto, sono partite le indagini. Gli investigatori hanno accertato che il sospettato era parte attiva di una organizzazione criminale. Non solo. Il giovane 20enne è stato anche riconosciuto da alcuni migranti come lo stesso scafista.

Alcuni filmati presenti nel telefonini, lo ritraggono mentre è intento a maneggiare una grossa mazzetta di denaro, forse il compenso per i viaggi che conducono in Europa. Così il giovane è stato arrestato e rinchiuso nella Casa Circondariale di Taranto.

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