Nella piana di Gioia Tauro i lavoratori migranti sono in sciopero dopo l'omicidio a San Calogero, in Calabria, di Soumaila Sacko, migrante maliano di 29 anni. Era insieme ad altri due connazionali all'interno di una azienda quando è stato freddato da colpi di fucile che hanno ferito gli altri due. Sacko viveva, con permesso di soggiorno regolare, nella grande baraccopoli di San Ferdinando, un vero e proprio suk dove soggiornano alcune centinaia dei 1.500 extracomunitari che lavorano nelle aziende agricole della zona. Ed è lì che ieri sera è scoppiata la protesta, con un paio di cassonetti dati alle fiamme, e poi ripresa stamattina con lo sciopero. Un centinaio di immigrati ha manifestato fuori dalla tendopoli per poi dirigersi in corteo verso il Comune di San Ferdinando. E mettendo nel mirino il neo ministro Salvini.
Ed è in questa situazione che oggi Aboubakar Soumahoro, dirigente del sindacato autonomo Usb, è arrivato da Foggia in provincia di Vibo Valentia per lanciare il suo attacco a Matteo Salvini, neo ministro dell'Interno. "Noi viviamo in questo clima - ha detto Soumahoro - Un ministro della Repubblica italiana ha dichiarato in questi giorni che è finita la pacchia. Ma noi non siamo mai stati in quella condizuione di parassita come lo è stato il suo partito politico perché per anni, e questo lo dice la magistratura, prendeva i contributi e li mandava guarda caso in Africa".
Le indagini dei Carabinieri di Tropea, tuttavia, per ora tendono ad escludere la matrice razziale dell'esecuzione. La fabbrica dove è stato ucciso il migrante era abbandonata da tempo, quindi appare difficile che qualcuno volesse difendere la proprietà da un furto. Gli investigatori, scrive Repubblica, tendono a pensare che quella del giovane migrante ucciso sia stata vista da qualcuno come una "invasione di campo". Si guarda anche alla criminalità organizzata.
Ma i migranti in protesta hanno un colpevole: Matteo Salvini. "Razzista, la colpa di tutto questo è tua", gridano durante il corteo che sfila per il paese come riporta Repubblica. "Siamo qui per lavorare, ma ci ammazzano come animali, ci picchiano, ci maltrattano solo perché siamo africani". Anche il Pd, per voce del senatore Francesco Verducci, va all'attracco del neo ministro: "Soumali è stato ammazzato con un colpo di lupara alla testa, sparato da oltre 60 metri - scrive su Fb - era un sindacalista impegnato a difendere braccianti suoi compagni, trattati come schiavi, pagati dai 'caporali' due ore l'ora per raccogliere agrumi a nero nella piana di Gioia Tauro. Davanti a questa enormità, davanti all'uccisione di un sindacalista, dov'è il ministro dell'Interno Salvini? Perché non parla? Perché non è in visita sul posto dell'agguato, egli che peraltro è stato eletto in Calabria? Il silenzio del Governo è assordante e vergognoso".
Peraltro nei giorni scorsi era stato Salvini ad avvertire i clandestini affermando che per loro la "pacchia è finita". Lo scontro è frontale. Soprattuto in un Paese dove alle ultime elezioni la Lega ha preso il 13% proprio contrastando il fenomeno migratorio. "Vogliamo dire al ministro dell'Interno che la pacchia è finita per lui - attacca Soumahoro - Non per noi. Perché risponderemo. Noi risponderemo. La pacchia per noi non esiste. Qui ci sono lavoratori, braccianti, lavoratori della logistica, dei servizi, della grande distribuzione organizzata, ci sono i lavoratori italiani e migranti, famiglie, giovani e studenti senza presente né futuro. Perché con la loro politica hanno saccheggiato le casse dell'Italia".
Nel suo proclama, il sindacalista che ha guidato la delegazione di lavoratori all'incontro col sindaco di San Ferdinando Andrea Tripodi, non manca di criticare la Bossi-Fini ("legga schiavista, ingiusta e infame") e il contratto di governo siglato tra Lega e M5S: che "richiama anni bui in Sudafrica" e che "ha una deriva di discriminazione e non eslcudiamo anche quella razziale". "Il ministro - ha concluso Soumahoro - ha detto che i bambini figli dei migranti sono suoi figli è una dichiarazione ipocrita e infame. Una manipolazione.
Perché nel contratto che ha sottoscritto con il M5S c'è scritto che i bambini che vanno nei nidi non hanno gli stessi diritti: mentre italiani posso accedervi, chi è migrante e ha un altro colore della pelle non può".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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