L'Ue spinge per i rimpatri: "Un milione di irregolari"

L'Unione Europea ha lanciato un chiaro messaggio ai 28 Stati membri perché rispettino gli impegni sulla redistribuzione da Italia e Grecia

L'Ue spinge per i rimpatri: "Un milione di irregolari"

La Commissione europea avvisa gli Stati dell'Unione e li invita a rispettare le regole sulla redistribuzione dei migranti che provengono dall'Italia e dalla Grecia. La presa di posizione della Commissione è forte e di fatto segnala come gli accordi presi dai Paesi dell'Ue a 28 non siano stati rispettati. Bruxelles infatti ricorda che la redistribuzione è "un obbligo giuridico". L’esecutivo di Bruxelles ha presentato oggi tre rapporti sui progressi effettuati dalle diverse politiche Ue di gestione dei migranti, e sottolinea che "non esiterà a utilizzare i poteri conferiti alla Commissione dai trattati nei confronti di coloro che avranno disatteso gli obblighi che derivano dalle decisioni del Consiglio, e segnala che l’obbligo giuridico di ricollocare i migranti che ne hanno diritto non finirà dopo la scadenza di settembre". Lo schema prevede la redistribuzione, entro il settembre di quest’anno, di 160mila rifugiati da Italia e Grecia; finora ne sono stati ricollocati soltanto 13.546, di cui 3.936 dalla Italia e 9.610 dalla Grecia. Neanche i paesi più "accoglienti", come Francia e Germania, si sono avvicinati ai numeri previsti dal meccanismo. Ma i rilievi di Bruxelles non finiscono qui.

Secondo le stime della Commissione, in Europa sarebbe presente un milione di migranti irregolari da rimpatriare verso i paesi di origine o transito. "La stima è basata sul numero di arrivi, circa 2 milioni, e il tasso di riconoscimento delle richieste di asilo che è attorno al 50%" ha spiegato una fonte europea. Il paese che dovrebbe realizzare il maggior numero di rimpatri è la Germania, anche se ci sono dei limiti per effettuali verso Siria e Iraq. Anche l’Italia è chiamata a giocare un ruolo importante nei rimpatri di migranti irregolari. "La Nigeria è al top tra i paesi africani" verso cui effettuare i rimpatri, ha ricordato la fonte. E così la Commissione ha oggi chiesto agli Stati membri di accelerare i rimpatri dei migranti che non hanno diritto allo status di rifugiati.

Poi la Commissione ha anche parlato più approndtamente dei flussi di migranti nel Mediterraneo. "L’Italia e la Grecia restano sotto pressione", ha sottolineato il commissario Ue per gli Affari interni e l’immigrazione, Dimitris Avramopoulos. Poi ha spiegato i tre rapporti sull’avanzamento delle politiche Ue di gestione dell’immigrazione in vista del vertice della prossima settimana, Avramopoulos ha richiamato i paesi a completare lo schema di ricollocamento di 160 mila profughi da Italia e Grecia. "È possibile - ha detto - ci vuole solo la volontà politica dei paesi. Ieri ho mandato una lettera a tutti i governi chiedendo di accelerare: il meccanismo finisce a settembre, ma il loro impegno non finisce e se non sarà rispettato dovranno pagare il conto". L’avvio di una procedura di infrazione nei confronti dei paesi che non avranno rispettato gli impegni di ricollocare una quota di profughi provenienti da Italia e Grecia "potrebbe essere un’opzione ma "non siamo ancora a quel punto", ha affermato Avramopoulos. "Gli impegni devono essere rispettati entro settembre e ci aspettiamo che i paesi intensifichino gli sforzi ma se non lo faranno - ha avvisato - la Commissione non esiterà a usare i suoi poteri fissati dai trattati".

Un piano quello dell'Europa che non manca però di suscitare qualche perplessità. "Non serve a niente, le misure sono inapplicabili e servirebbero a poco", spiega Roberto Calderoli (Lega Nord), "Farà solo sorridere l'Ungheria o gli altri Stati che si rifiutano di prendersi i migranti sbarcati in Italia.

Tutte queste misure sono solo pannicelli caldi: l'unica soluzione resta il blocco navale del Mediterraneo, per non farli arrivare, con pattugliamenti e respingimenti in mare come fa la Spagna, dove nel 2016 sono sbarcati appena 6000 immigrati, il 3% di quelli sbarcati in Italia".

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