Leonardo Cazzaniga, l’ex vice primario del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Saronno, in Provincia di Varese, ieri è stato rinviato a giudizio dal Gup del Tribunale di Busto Arsizio per il dodicesimo caso di morte sospetta in corsia.
Come riporta il Giorno, l’accusa è dell’omicidio volontario di Domenico Brasca, pensionato di Rovello Porro (Como), morto nella sua abitazione nel 2014, a 81 anni, dopo essere stato trattato da Cazzaniga al Pronto soccorso del nosocomio saronnese e infine dimesso.
Brasca era stato trasportato all’ospedale attorno alle cinque del mattino del 18 agosto 2014. La crisi che l’aveva colpito pareva presto superata: invece la situazione precipitava e alle 10 l’anziano veniva riportato a casa, dove sopravviveva per circa un’ora.
Dopo la denuncia delle figlie di Brasca e dopo l’esumazione del corpo nel cimitero di Rovello Porro, i periti nominati dall’Autorità giudiziaria avevano accertato la presenza di farmaci ansiolitci, neurolettici e antipsicotici non previsti nel piano di trattamento terapeutico.
Cazzaniga è imputato di quindici omicidi: sarebbe stato lui, secondo l’accusa, a uccidere dodici pazienti e tre familiari (madre, marito e suocero) dell’ex amante, l’infermiera Laura
Taroni, già condannata in primo grado con rito abbreviato a trent’anni di reclusione.Il fascicolo verrà riunito al procedimento giudiziario in corso: del caso si discuterà il 18 gennaio quando ripartirà il dibattimento.
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