Nagorno, la denuncia di Baku: "Minacciato nostro ambasciatore in Italia"

Su Twitter è apparso un hashtag con riferimento all'ambasciatore dell'Azerbaigian in Italia: "Macchina del fango alimentata dagli armeni". Intanto sul campo proseguono i combattimenti

Nagorno, la denuncia di Baku: "Minacciato nostro ambasciatore in Italia"

Ogni guerra oltre che sul campo viene combattuta anche sui mezzi di informazione e a livello mediatico. Il conflitto in corso nel Nagorno Karabakh non fa certamente eccezione. Con i combattimenti entrati oramai nel vivo, tra le fazioni contendenti gli scontri sono scattati anche sui social.

Preso di mira l'ambasciatore dell'Azerbaigian in Italia

L'ultimo episodio del genere ha avuto per protagonista l'ambasciatore dell'Azerbaigian in Italia, Mammad Ahmadzada. Quest'ultimo è stato destinatario di minacce personali nei suo confronti su Twitter. A denunciarlo è stata la stessa rappresentanza diplomatica di Baku a Roma: “ Non si ferma la macchina del fango da parte di gruppi radicali armeni, pseudo pagine social o singoli personaggi molto probabilmente armeni con pseudonimi italiani – si legge in una nota dell'ambasciata azerbaigiana – e investe anche i singoli, non più soltanto l'Ambasciata dell'Azerbaigian in Italia e altri organi istituzionali”.

“Ora ad essere colpito dall'odio è anche direttamente l'Ambasciatore dell'Azerbaigian in Italia – prosegue ancora la nota – Sui social spunta infatti l'hashtag: #PrayfortheambassadorofAzinItaly, un'evidente minaccia personale, che va ad aggiungersi alle molte manifestazioni di disprezzo, che l'Azerbaigian continua a denunciare e sulle quali chiede la sensibilizzazione della comunità internazionale”.

Un caso che è diventato anche politico. Dopo la denuncia delle autorità di Baku, è arrivata infatti la presa di posizione di Paolo Grimoldi, deputato della Lega: “Attacchi personali e minacce non sono mai accettabili, tanto più se riferiti ad un ambasciatore che presta servizio nel nostro paese – è il messaggio rilanciato su Twitter dall'esponente del carroccio – Occorre contribuire a portare la pace dove c'è guerra e non guerre altrui in Italia”.

La situazione sul campo

Intanto i combattimenti nel Nagorno tra armeni e azerbaigiani continuano ad andare avanti. Era il 27 settembre quando nella regione contesa sono tornate a risuonare le armi. Non accadeva da quattro anni, ma all'epoca si è trattato di provocazioni durate pochi giorni. Adesso invece la guerra sta proseguendo da più di un mese, tra bombardamenti e azioni di terra. Queste ultime stanno riguardando il territorio dell'Artsakh, il nome della repubblica filo armena autoproclamatasi nei territori della regione del Nagorno e delle province circostanti. Si tratta di una zona de jure azerbaigiana, ma de facto amministrata dall'Artsakh e rivendicata da Baku.

Attualmente gli scontri stanno riguardando un territorio montuoso nelle vicinanze delle strategiche località di Lachin e Shushi. Gli armeni hanno riorganizzato intorno a queste cittadine la propria difesa, dopo essersi ritirati intorno alla metà di ottobre dai territori pianeggianti del sud dell'Artsakh e aver perso le località di Hadrut e Fizuli.

Dal canto loro gli azerbaigiani hanno sfruttato in questa prima fase del conflitto

la superiorità tecnologica, specialmente per quanto concerne l'uso dei droni. Sono stati i velivoli senza pilota ad attaccare le prime linee armene e ad infliggere le maggiori perdite sul campo avversario.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica