La navicella Progress ​disintegrata nel Pacifico

I russi avevano perso il controllo della navicella cargo. Evitato il peggio: rischiava di schiantarsi contro l'India

La navicella Progress ​disintegrata nel Pacifico

Il cargo russo Progress è rientrato sul Pacifico alle 4:04 italiane. Alla fine la conferma è arrivata dall'agenzia spaziale russa Roscosmos, ma la vicenda è tutt’altro che conclusa perché le domande aperte sono moltissime. Non si sa, al momento, se alcuni frammenti del velivolo siano sopravvissuti all’impatto nell’atmosfera. Gli esperti non hanno dubbi nel definire il rientro del cargo Progress M-27M come uno dei più anomali mai registrati.

"Una situazione completamente fuori dal comune e molto complessa", come l’ha definita Luciano Anselmo, dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione del Consiglio nazionale delle Ricerche (Isti-Cnr) di Pisa. È stato uno dei rientri più bizzarri mai avvenuti, imprevedibile fino all’ultimo istante perché, contrariamente a tutte le attese e alle previsioni, è stato molto difficile determinare correttamente l’orbita del veicolo. Il cargo Progress era infatti una sorta di gigante impazzito: un cilindro lungo 7 metri e pesante 7 tonnellate che ruotava intorno al suo asse minore una volta ogni 1,8 secondi. Nelle ore che hanno preceduto il rientro è riuscito anche a rallentare, smentendo ogni previsione, e fino all’ultimo momento ha reso impossibile restringere la finestra di incertezza. Se in tempi molto rapidi è stato possibile escludere ogni rischio per l’Italia, l’Europa e il Nord America, l’incertezza è rimasta elevata fino alla fine per molte aree del pianeta, come il Sudamerica, con le propaggini meridionali di Cile e Argentina, numerose zone dell’Africa fino all’Egitto, il Medio Oriente e l’Asia, con India e Cina.

Solo poco prima delle 4 del mattino italiane è stato possibile escludere ogni rischio per la più popolosa delle zone a rischio, l’India. Nel frattempo molti passaggi del veicolo spaziale russo erano stati avvistati da astronomi e astrofili dall’Argentina all’Uruguay, fino a Myanmar. Le prime immagini, nelle quali il cargo Progress appariva come un punto luminoso nel cielo, hanno cominciato a circolare su Twitter. La finestra di incertezza, che si solito si riduce progressivamente ad ogni calcolo dell’orbita, è rimasta letteralmente "congelata" per ore. Il cargo era stato lanciato il 28 aprile scorso dalla base russa di Baikonur, nel Kazakhastan, per consegnare all’equipaggio della Stazione Spaziale tre tonnellate fra viveri, rifornimenti e materiali per gli esperimenti scientifici.

Ma subito dopo il lancio, avvenuto con una Soyuz, un incidente sul terzo stadio del razzo ha scagliato il cargo Progress su un’orbita più alta di quella prevista e il veicolo ha cominciato a ruotare velocemente su se stesso. Da allora è stato impossibile riprenderne il controllo ed è cominciata la discesa verso l’atmosfera terrestre, che si è conclusa soltanto alle 4:04 dell’8 maggio, sull’oceano Pacifico.

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