Nella capitale la Cina batte l'Italia anche sul taglio dei capelli

Mentre molti italiani colpiti dalla crisi e dalla concorrenza chiudono, i cinesi si espandono a macchia d'olio con ristoranti, bar, tavole calde e negozi

Nella capitale la Cina batte l'Italia anche sul taglio dei capelli

Cina batte Italia anche su taglio e capelli. E anche se parleremo nel dettaglio di cosa stia avvenendo nella Capitale, questo fenomeno ormai è diffuso più o meno in tutto il Paese. I saloni di parrucchieri cinesi vanno per la maggiore, ovunque. Sia per i prezzi concorrenziali che per qualche pratica un po’ scorretta. Se pensiamo che confrontando i prezzi dei parrucchieri italiani con quelli cinesi, si evince che i secondi riducono addirittura della metà i costi rispetto ai concorrenti romani.
La rapidità del servizio (non c’è bisogno di prenotare dal coiffeur cinese) sommata al costo minino di un taglio, un colore o una messa impiega fa sì che molti italiani si rivolgano a loro.

Fenomeno questo che all’inizio non sembrava creare nessun problema con gli altri parrucchieri italiani, ma poi, sono iniziate le prime lamentele. Alcuni parrucchieri italiani si sono visti costretti, dato l’incessante calo di lavoro e gli oneri di affitti sempre più alti a dover chiudere. Come ci racconta Fabio, parrucchiere romano di 37 anni, che da 5 anni lavora nella zona bene di Corso Trieste a Roma.

“Io e mia moglie abbiamo aperto questo negozio di parrucchieri qui a Viale Libia e da subito abbiamo avuto le nostre soddisfazioni. Le cose andavano bene e la clientela aumentava e diversificava. Certo la concorrenza c’era sempre ma era leale. Ora con l’avvento di questi nuovi parrucchieri, ci siamo visti calare sempre di più la nostra affezionata clientela. È vero i loro prezzi sono più bassi ma è perché fanno concorrenza sleale, riducendo gli onorari di un terzo o addirittura della metà. Ora se le cose non cambiano, credo ci vedremo costretti a chiudere o cambiare zona. Qui infatti ce ne sono 4 che lavorano senza pause e soste. Competere con loro è impossibile”.

Ma le zone in cui i parrucchieri cinesi hanno attecchito sono tante come quella di Piazza Vittorio, chiamata la piccola ChinaTown, Via Casilina, Via Tiburtina e Piazza Bologna. Zone centrali e molto attive di Roma dove a far la parte del leone sono proprio i clienti italiani e solo in seconda battuta i connazionali cinesi. Zone in cui i commercianti italiani, messi in ginocchio dalla crisi, hanno “abdicato” nel vero senso della parola all’avanzata imperante di questi nuovi concorrenti stranieri. Vendendo le loro licenze o i locali. Impossibile infatti dire di no, a cifre concorrenziali e soprattutto in contanti.

Solo al momento di entrare capisci che si tratta di un coiffeur orientale e non italiano. Non compaiono più scritte cinesi fuori dal negozio, esattamente come le vetrine e le insegne delle attività commerciali italiane. Stessa cosa per l’arredamento interno, sobrio ed essenziale come i nostri. La conoscenza della lingua italiana non frena certo i loro affari. I dipendenti di questi saloni di parrucchieri sono professioni che hanno imparato il mestiere in Cina e pur non sapendo l’italiano riescono a garantire lo stesso il servizio, facendosi capire tramite gesti o facendo vedere la foto del taglio o colore desiderato.

Appostandoci fuori da un salone abbiamo chiesto al cliente di turno, il perché di questa scelta. Sonia, studentessa universitaria fuori sede, ci racconta che è soprattutto per il prezzo abbordabile: “Studiando fuori casa, ho troppe spese da riuscire a gestire e di certo non potrei chiedere soldi in più per cose futili come il parrucchiere ai miei genitori. Da quando però una mia amica mi ha fatto scoprire questo salone, riesco a togliermi anche io qualche sfizio. Qui faccio tutto dalla messa impiega, taglio e colore. In un parrucchiere italiano purtroppo a malapena potevo farmi la messa impiega. Certo qui ho i miei dubbi sui prodotti usati, rispetto ad un parrucchiere italiano, ma l’esigenza di spendere poco mi fa soprassedere sulla sicurezza.”

Stessa cosa per Alberto, quarantenne romano: “Io ho sempre poco tempo. Qui mi fanno shampoo e taglio in massimo 15 minuti. Dal mio barbiere da cui ogni tanto, quando sono più tranquillo con i tempi ci ritorno, ci metto di fatto il triplo. Anche i prezzi è impossibile negarlo sono molto al di sotto del mio barbiere di fiducia”.
E sembra essere proprio così. Oltre a Sonia e Alberto infatti abbiamo intervistato altre persone, signore di una certa età, ragazzi e madri di famiglia. La questione è sempre quella: il prezzo. Modico e accessibile.
Facendo il punto della situazione viene da chiedersi.

Se negli anni 80’ c’è stato il boom dei ristoranti cinesi, ed ora c’è quello dei parrucchieri low cost che sta prendendo sempre più piede, quale altro fenomeno commerciale metteranno in atto i concorrenti dagli occhi a mandorla? E sì, perché non scordiamoci che oltre i ristoranti, i parrucchieri, i negozi di casalinghi stanno diffondendosi a macchia d’olio anche bar e tavole calde. Resta da aspettare solo la prossima apertura.

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