"Nessuna speranza". Lo sconforto dei soccorritori sulla Marmolada

Il bambino di 9 anni dato per disperso è in salvo. Il numero degli alpinisti travolti dalla valanga di ghiaccio è salito a 30. I soccorritori: "Difficile riconoscere i corpi straziati"

"Nessuna speranza". Lo sconforto dei soccorritori sulla Marmolada

Il bilancio degli alpinisti travolti dalla valanga di ghiaccio sulla Marmolada è di 30 persone. "Le probabilità di trovare in vita i dispersi triturati da una valanga dopo così tante ore sono davvero molto basse, per non dire nulle", ha spiegato all'agenzia stampa Adnkronos Giorgio Gajer, presidente del Soccorso alpino in Alto Adige, in merito alla tragedia di ieri. È stato tratto in salvo, invece, il bimbo di 9 anni che, fino a qualche ora fa, risultava tra i dispersi.

A che punto sono le ricerche

Continuano le operazioni di verifica e monitoraggio nell'area dove ieri sera un ampio seracco si è staccato dal ghiacciaio della Marmolada. Sono ancora in corso, invece, le procedure di identificazione delle sei vittime accertate e del numero di persone rimaste coinvolte dalla valanga. "Al momento sono 17 i dispersi accertati e 8 i feriti di cui 2 gravissimi in terapia intensiva", hanno precisato gli inquirenti. Intanto in procura a Trento è stato aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato per disastro colposo a carico di ignoti. "L'apertura del fascicolo è un atto dovuto. La prima cosa da fare in questo momento è l'identificazione delle vittime che non sarà facile, servirà l'esame del dna", ha spiegato il procuratore di Trento Sandro Raimondi. "Temo che le vittime aumentino almeno del doppio se non del triplo - ha poi aggiunto -visto il numero dei dispersi e il fatto che siano rimaste parcheggiate 16 auto".

Le condizioni dei feriti

Al momento, le vittime accertate della valanga sono 4: tre italiani, tra cui Davide Miotti (guida alpina di Trezza sul Brenta) e la moglie Erica Campagnaro, e un cittadino della Repubblica Ceca. L'altra vittima si chiama Paolo Dani ed è una guida alpina di Valdagno. Quanto ai feriti, invece, sono ricoverati a Trento. Due di questi si trovano in rianimazione e altri due, meno gravi, sono invece in reparto. Si tratta di una donna di Pergine Valsugana di 29 anni che si trova in rianimazione, di una donna di Como di 51 anni non grave ricoverata in reparto, cui si aggiungono un 27enne di Barbarano Mossano (Vicenza) inizialmente portato in ospedale a Cavalese e poi trasferito al Santa Chiara di Trento. Infine, è in condizioni stabili ed è anch'egli ricoverato in reparto, un 33enne di Pergine Valsugana che inizialmente era stato portato a Bolzano ed ora è in rianimazione a Trento.

Il climatologo: "Evento potrebbe ripetersi"

Ieri, il giorno della tragedia, è stata la giornata più calda del 2022. A Bolzano ieri sono stati superati i 37 gradi e, alle ore 21:30, la temperatura era ancora di 32 gradi. Sul Crono del Renon a 2.260 metri sono stati misurati 18 gradi e di notte comunque 9 gradi. "Quest'anno è eccezionale per le poche precipitazioni e per il caldo, che ci fa registrare da uno a due mesi di anticipo rispetto alla normale fusione della copertura di manto nevoso e del ghiaccio in quota. Le previsioni ci dicono che ci aspettano ancora tre mesi di caldo, quindi l'evento avvenuto ieri sulla Marmolada, con il crollo di un intero seracco, potrebbe ripetersi con maggiore frequenza", ha spiegato all'Ansa il climatologo dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente della Provincia di Trento (Appa), Roberto Barbiero, coordinatore del Tavolo provinciale di coordinamento e di azione sui cambiamenti climatici. "L'aumento di temperatura sulle Alpi è ormai un dato certo, - ha continuato - con un indice di surriscaldamento doppio rispetto a quello medio globale.

I ghiacciai sulle vette italiane, poi, sono più interessati dal fenomeno di riduzione rispetto a quelli sui versanti austriaci o svizzeri, perché maggiormente esposti al sole e ai flussi di aria calda. Ogni anno i nostri ghiacciai perdono massa non solo per una diminuzione delle precipitazioni nevose, ma anche per l'effetto delle estati particolarmente calde".

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