La "non strategia" dei lupi solitari che ora terrorizza gli occidentali

In Europa l'Isis spinge verso un'offensiva messa in atto con i lupi solitari. E gli occidentali si scoprono impotenti

La "non strategia" dei lupi solitari che ora terrorizza gli occidentali

L’attacco in Germania messo in atto dal diciassettenne profugo afghano Muhammad Riad viene rivendicato dall’Isis tramite un video pubblicato dalla propria agenzia stampa Amaq e nel frattempo nuovi casi sembrano emergere in Francia, anche se si attendono ulteriori notizie al riguardo.

L'Isis sembra dunque spingere ora verso un'offensiva messa in atto con i lone wolves, i lupi solitari. Come illustra l’Italian Team for Security, Terrorist Issues and Managing Emergencies diretta dal professor Marco Lombardi, se fino a pochi giorni fa la chiamata del Califfo ai i suoi lupi solitari in occidente non sembrava aver ricevuto l’attenzione sperata, oggi, alla luce dell’attentato odierno e della strage di Nizza di giovedì 14 luglio, l’appello sembra essersi trasformato in una concreta minaccia.

Ora non resta che attendere, ma intanto vale la pena riprendere alcune considerazioni fatte da Itstime per quanto riguarda la strategia, o meglio, la "non-strategia" dei lupi solitari, visto che si tratta di azioni spontanee che nella maggior parte dei casi non necessitano di alcun tipo di addestramento specifico. Ai lupi solitari non serve una specifica rete che si occupi dell’appoggio logistico e nemmeno di un apparato gerarchico che ne coordini l'azione. Il processo di radicalizzazione spesso è rapido e implementato da predicatori improvvisati o attraverso la visione di filmati propagandistici disponibili in rete.

I lupi solitari non hanno bisogno di armi da guerra per mettersi all’opera, possono usufruire di una miriade di strumenti che possono tramutarsi in armi devastanti: automezzi lanciati a folle velocità contro passanti, armi bianche, oggetti contundenti. Gli obiettivi sono luoghi del quotidiano, soft target come strade e marciapiedi gremiti di persone, bar, ristoranti, teatri e cinema, alberghi, stazioni, bus, treni ed altri ancora. La pericolosità di tale tipo di attacco sta nel fatto che si basa sull’improvvisazione, l’istantaneità e la spontaneità, non serve una particolare strategia preparativa, e l’attentatore può decidere anche all’ultimo dove colpire. Qualsiasi folle indottrinato può alzarsi una mattina e decidere di fare una strage che potrà poi essere rivendicata dall’Isis.

Siamo dunque di fronte a una nuova tipologia di terrorismo, lontana da gruppi come al Qaeda o Gamaa al Islamiyya, che contavano su una struttura gerarchico-operativa ben precisa.

Le forze di sicurezza si trovano dunque di fronte a una nuova difficile sfida, visto che senza una catena di comando e a causa della natura "improvvisata" degli attacchi, è più difficile intercettare e prevenire i terroristi "autodidatti".

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