Putin a processo, Nordio: "Vi dico come stanno davvero le cose..."

L'ex magistrato spiega che sarà praticamente impossibile processarlo come in una nuova Norimberga: "La sua sorte sarà decisa al Cremlino, non altrove"

Putin a processo, Nordio: "Vi dico come stanno davvero le cose..."

Nonostante il desiderio del mondo Occidentale, sarà molto difficile vedere Putin all'ìnterno di un tribunale ed essere giudicato per i crimini di guerra che sta commettendo in Ucraina. Tra il dire e il fare c'è davvero di mezzo il mare: è questo il pensiero dell'ex magistrato Carlo Nordio che in un'intervista a LiberoQuotidiano ha fatto il punto della situazione e spigato come stanno le cose. "Non ci sarà nessuna Norimberga per Vladimir Putin. Saranno i suoi successori, semmai, a regolare i conti con lui".

"Perchè non è una via percorribile"

Come abbiamo visto sul Giornale.it, recentemente Zelensky ha bacchettato l'Onu parlando in video conferenza alla nuova riunione del Consiglio di Sicurezza sull'Ucraina. "Dove sono le garanzie che deve dare? Dov'è la pace che il Consiglio deve costruire?" Domande più che legittime ma che oggi fanno escludere che il presidente russo, un giorno, possa essere giudicato da un tribunale internazionale, e che la pace possa arrivare da qualche iniziativa dell'Onu, "che non è mai riuscita a impedire un conflitto né a farlo finire", sottolinea Nordio. Eppure, le leggi internazionali per procedere in tal senso esistono, c'è la Corte penale dell'Aja creata apposta per i crimini di guerra e quelli contro l'umanità commessi da dittatori e altre figure come quella putiniana. Perché, allora, è così difficile percorrere questa strada? "Non credo sia percorribile per ragioni pratiche più che giuridiche" intanto perchè manca la ratifica di Russia, Stati Uniti, Cina e Israele, ma soprattutto perché questi processi non si possono fare "in absentia", ossia in contumacia. "E credo sia difficile vedere Putin estradato dalla Russia per esser portato davanti ai giudici... Del resto, nella maggior parte di casi, quando cade un dittatore i conti li regolano in casa, in modo cruento, come con Ceausescu, Saddam e Gheddafi, o in modo più soft, come con Pinochet".

"Nessun paragone con Jugoslavia e Iraq"

I crimini di guerra, dal 24 febbraio a oggi, Putin li ha commessi eccome e abbiamo decine di esempi quotidiani: dai prigionieri e civili uccisi, ai bombardamenti militari ma anche alle torture, stupri e distruzioni come ci siamo occupati sul Giornale.it. "Quelli che vediamo in Ucraina sono così estesi da far pensare a distruzioni volute e premeditate. Cioè, appunto, a crimini", sottolinea l'ex magistrato, che spiega perché la richiesta di Mosca dovrebbe riguardare anche i bombardamenti sulla Jugoslavia e quanto accaduto in Iraq ma gli esempi non sono calzanti e il perché è presto detto: non è un parallelismo corretto perchè "non c'è alcun indizio" che le vittime civili dei due Paesi "fossero intenzionali. Il loro stesso numero, relativamente limitato tenuto conto della lunghezza dei conflitti, le fa rientrare tra gli orrori della guerra, senza che per questo siano delitti in senso stretto".

Come riconoscere un crimine di guerra

Ma quali sono i criteri per distinguere un crimine di guerra da una fatalità o da un'azione che, comunque, non rientra in questa categoria ben definita? Nordio spiega che i criteri, più teorici che pratici, sono stati fissati all'inizio del Novecento con il primo esempio, il più famoso, svoltosi a Norimberga. "Di certo le uccisioni deliberate di prigionieri, a maggior ragione se civili, sono crimini di guerra". Chiaro, limpido e cristallino: quanto avvenuto a Mariupol, Bucha, Kramatorsk e in numerose altre località non lascia adito a fraintendimenti. Zelensky ha parlato di genocidio ed ha ragione nell'esprimersi con un termine del genere perché si "difende da un'invasione brutale che provoca migliaia di vittime anche tra i civili. Il genocidio, come eliminazione programmata di una etnia odi un gruppo, è più difficile da ipotizzare, ma questo cambia poco", afferma l'intervistato.

Un tribunale ad hoc?

Se le leggi internazionali non riuscissero ad arrivare a un nuovo processo di Norimberga, sono in molti a chiedere di istituire un apposito tribunale per processare Putin e i suoi generali di fronte ai massacri ucraini. Difficile, però, che si arrivi anche a questa ipotetica soluzione. "La giustizia è sempre quella dei vincitori. Tutti sapevano che la strage di migliaia di ufficiali polacchi a Katyn era stata fatta dai sovietici, ma nessuno disse nulla.

Churchill stesso aveva così poca considerazione di quel modo di procedere che commentò l'esecuzione di Mussolini dicendo che così, almeno, il capo del fascismo si era risparmiato una Norimberga italiana", sottolinea Nordio, che conclude dicendo che semmai Putin dovesse cadere, "la sua sorte sarebbe decisa dai suoi successori. Al Cremlino, non altrove".

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