Omicidi di Sarzana, seconda evasione in un mese per Bedini

Daniele Bedini, il trentaduenne accusato del duplice omicidio di Sarzana, è evaso dal carcere di Cuneo in cui era detenuto effettuando il secondo tentativo di evasione in un mese: è stato rintracciato alla stazione ferroviaria dai carabinieri, mentre cercava di prendere il treno per Torino

Daniele Bedini, accusato del duplice omicidio di Sarzana
Daniele Bedini, accusato del duplice omicidio di Sarzana

Aveva già tentato di evadere dal carcere spezzino circa un mese fa, utilizzando una corda ottenuta annodando stracci e lenzuola proprio come nei film. Per questo motivo era stato trasferito nel penitenziario di Cuneo, ma un nuovo tentativo di evasione da lui effettuato è andato a buon fine. E solo l'intervento delle forze dell'ordine che hanno passato al setaccio lo snodo ferroviario ha evitato che il detenuto si allontanasse dalla città piemontese prendendo il treno, dopo essere fuggito dalla prigione.

Protagonista della vicenda svoltasi nelle scorse ore è Daniele Bedini, accusato del duplice omicidio di Sarzana della prostituta Nevila Pjetri e del trans Carlo "Camilla" Bertolotti (per il quale è stato arrestato dai carabinieri lo scorso 7 giugno) che sta scontando attualmente due anni dietro le sbarre per una rapina a mano armata compiuta a Massa circa un triennio fa. Il trentaduenne originario di Carrara aveva già provato a scappare una prima volta pochissime settimane fa e il suo trasferimento nella casa circondariale piemontese aveva come obiettivo proprio quello di impedirgli di compiere altri tentativi del genere. Una precauzione rivelatasi vana: se il mese scorso era stato immediatamente scoperto, in questo caso è addirittura riuscito ad oltrepassare il perimetro del carcere, raggiungendo l'esterno.

Le indagini interne per fare luce sull'accaduto sono ancora in corso, ma dalle prime ricostruzioni pare che il falegname carrarese abbia scavalcato la recinzione mentre si trovava nel cortile e che sia poi riuscito ad atterrare al di là del muro appoggiandosi ad un lampione. La fuga si sarebbe concretizzata poco prima delle 13 e ad accorgersi della sua assenza sarebbe stato un agente della polizia penitenziaria, che ha immediatamente dato l'allarme ed avvertito in primis i colleghi. Intuendo le sue intenzioni, i militari dell'Arma (presenti sia in divisa che in borghese) hanno poi concentrato la propria attenzione sulla stazione ferroviaria, raggiungendola intorno alle 14 e controllando i documenti di tutti i passeggeri in partenza.

L'azione si è dimostrata efficace, perché ad un certo punto gli inquirenti si sono trovati davanti proprio il fuggitivo. Quest'ultimo avrebbe cercato prima di eludere i controlli e poi (messo alle strette) di dichiarare il falso, ma non è stato creduto e per lui sono di nuovo scattate le manette.

Il sospetto di chi indaga è che Bedini stesse cercando di salire su un treno diretto verso Torino, ma la sua "corsa" è durata circa un paio d'ore. Adesso però, ai capi d'accusa a suo carico si aggiunge anche quello di evasione.

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